ETF Ethereum cambia tutto: svolta per le crypto?

L’ETF Spot su Ethereum, ormai dato per “spacciato” da qualsiasi esperto di finanza, potrebbe in realtà vedere la luce. A dirlo, contraddicendo in maniera sostanziale le convinzioni dei crypto-investitori, è Nikolaos Panigirtzoglou, noto e stimato analista finanziario di JP Morgan [1]. Questa visione, tanto autorevole quanto inaspettata, sta facendo ampiamente discutere online. Il merito è della credibilità di Panigirtzoglou, ma anche diretta conseguenza di alcune previsioni recentemente centrate dagli analisti dell’istituto. Nello specifico il fatto che nei mesi scorsi, mentre Bitcoin raggiungeva nuovi ATH e molti puntavano ai $90K, JP Morgan ha invitato invece alla cautela, teorizzando il calo al quale di fatto stiamo assistendo.

ETF Ethereum

ETF Ethereum, perché può arrivare

Panigirtzoglou manifesta ottimismo riguardo all’approvazione degli ETF su Ethereum negli Stati Uniti, nonostante le recenti controversie con la SEC. L’esperto spiega però che l’approvazione non potrà arrivare a maggio 2024, servirà qualche mese in più. Panigirtzoglou sottolinea inoltre come la Wells Notice (una sorta di avviso di garanzia) inviata dalla SEC all’exchange Robinhood non dovrebbe ostacolare l’approvazione dell’ETF. Anche in questo caso parliamo di una previsione in totale contro-tendenza rispetto al sentiment dominante del mercato.

ETF ETH per evitare una catastrofe 

A suscitare interesse è anche l’approccio di Panigirtzoglou alla questione della definizione di Ethereum come security o commodity. Come sa bene chiunque stia seguendo la vicenda, il nodo principale da dipanare in merito all’approvazione degli ETF Spot su Ethereum è proprio quello della sua catalogazione come “titolo” o “merce”. Qualora dovesse passare la prima ipotesi il mondo crypto si troverebbe ad affrontare una vera e propria catastrofe. Verrebbero infatti sbarrate le porte non soltanto ad un ETF su Ethereum, ma anche ad altri ETF su molte delle criptovalute più capitalizzate.

ETH, una categoria a parte

In tal senso l’approccio di Panigirtzoglou è inedito è per certi versi illuminante. Secondo l’analista di JP Morgan, infatti, sussiste ormai la necessità di creare una nuova categoria per classificare Ethereum. Questa ipotetica nuova categoria andrebbe collocata a metà strada tra commodity e security. La prospettiva sembra allettare e incuriosire i crypto investitori. Potrebbe infatti rappresentare l’unica concreta soluzione ad un problema che non sembra superabile attraverso la calssica dicotomia security-commodity. Difficile invece, se non impossibile, provare anche solo a immaginare come una proposta del genere possa essere recepita in casa SEC.

Solana sta per superare Ethereum sui costi di transazione 

A far discutere i massimalisti ETH in queste ore è anche il fatto che Solana (SOL) potrebbe superare Ethereum per quanto riguarda i costi di transazione già nei prossimi tre o quattro giorni.  Qualora ciò dovesse effettivamente accadere,  Solana – oltre ad acquisire ulteriore credibilità – andrebbe a rinvigorire la narrativa dell’Ethreum Killer, indubbiamente indebolita negli ultimi mesi dall’eccessivo boom di meme coin concretizzatosi proprio sulla blockchain di Solana. Minori costi di transazione andrebbero ovviamente a incrementare il numero delle operazioni sulla rete. Questo, oltre a far presumibilmente crescere il prezzo di SOL, potrebbe rendere ancor più semplice e democratico l’accesso alle applicazioni DeFi costruite a partire dalla sua blockchain.

[1] JP Morgan

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