I BTC resistono all’aumento dell’inflazione statunitense al 3,7%

Secondo i recenti dati sull’inflazione annuale CPI statunitense il valore al 3,7% supera di gran lunga le aspettative di mercato, mentre i BTC resistono restando sopra i 26.000 dollari con la maggior parte del mercato delle criptovalute che nota un lieve calo. In questo scenario i numeri registrati pubblicati dal Bureau of Labor Statistics (BLS) degli Stati Uniti non spezzano completamente le ali dei BTC che comunque restano a galla in un clima generale piuttosto ribassista per il mercato digitale finanziario.

Il tasso effettivo dell’IPC statunitense ha superato le previsioni lasciando in stallo le crypto

Coloro che si aspettavano una discesa ripida per i Bitcoin in merito alle previsioni sull’inflazione statunitense devono ora fare un passo indietro, perché la più nota criptovaluta non è scivolata verso il fondo come tutti si aspettavano. Il suo valore di riferimento è comunque un buon risultato considerando quello che sta succedendo nelle altre community digitali. La sua riposta ribassista era inevitabile che però ora appare molto contenuta mentre la maggior parte dei principali altcoin sta letteralmente in affanno.

L’inflazione CPI statunitense salendo al 3,7% ad agosto rispetto al 3,6% previsto ha superato le aspettative iniziali, mentre l’inflazione annuale CPI core che esclude i prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia  è scesa al 4,3%, in linea con le previsioni, contro il 4,7% di luglio. In siffatto contesto il rimbalzo dei prezzi sta lasciando spazio ad un messaggio aggressivo da parte della Federal Reserve. La prima conseguenza? Ebbene questo atteggiamento potrebbe avere un impatto sul processo decisionale della riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) prevista la prossima settimana. I previsti tassi di interesse potrebbero essere quindi più elevati, anche se i rialzi potrebbero non avvenire a breve.

Quello che a noi interessa è sostanzialmente la reazione dei mercati di fronte al valore dei BCT che resta per lo più inalterato  riuscendo comunque a superare i 26.000 dollari. Ci si aspettava che la reazione iniziale fosse ribassista poiché un’inflazione più elevata di solito si traduce in una minore domanda di attività più rischiose. Ciò avrebbe avuto un impatto negativo su BTC, spingendolo potenzialmente sotto i 26.000 dollari. Ebbene lo scenario che abbiamo di fronte non è così catastrofico come ci aspettavamo. Anzi possiamo dire che la reazione iniziale è stata piuttosto neutrale, con un leggero ribasso nell’ultima ora.

Coloro che stanno osservando le altcoin possono confermare l’andamento dato che hanno avuto una reazione simile, con la maggior parte dei ribassi che è rimasta entro la soglia dell’1%. Solo il token nativo di Polygon MATIC ha osservato il cambiamento maggiore, in calo dello 0,73% per attestarsi a 0,5115 dollari. A questo punto lo scetticismo del mercato dovesse aumentare si prevede che il prezzo del Bitcoin subirà un calo, scendendo potenzialmente sotto i 24.578 dollari oppure scendendo a 21.468 dollari. Tuttavia secondo i tecnici impegnati sul campo, se il mercato continuasse la sua serie di candele verdi fino a superare i 26.430 dollari, i BTC allora avrebbero la forza necessaria per poter avviare un rally di recupero e invalidare la tesi ribassista. Le condizioni ci sono tutte, ma ora bisogna vedere come reagirà il mercato.

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