Tramite una lettera con 80 firmatari illustri, la Blockchain Association ha espresso preoccupazione riguardo al disegno di legge recentemente promosso dalla senatrice Elizabeth Warren. Si tratta del Digital Asset Anti-Money Laundering Act of 2023 (DAAMLA). La proposta legislativa in questione ha già ricevuto il supporto di 19 senatori, 20 contando la stessa Warren, altri starebbero per aggiungersi. Ma perché questo quadro normativo – ancora ben lontano dall’approvazione – sta determinando un clima di allerta e preoccupazione tra i cripto-entusiasti?
Criptovalute, senatrice Warren contro Blockchain Association
A suscitare preoccupazione relativamente al disegno di legge è in primis l’inclusione dei miners di Bitcoin e dei validator di altre blockchain tra i responsabili per la conduzione delle normative Know-Your-Customer (KYC) e Bank Secrecy Act (BSA). Secondo Blockchain Association, e più ingenerale secondo chiunque abbia avuto a che fare concretamente con le criptovalute, questo approccio sarebbe impossibile da mettere in atto, visto e considerato il funzionamento di qualsiasi blockchain. Oggetto della missiva è inoltre mettere in evidenza le implicazioni politiche della legislazione DAAMLA.
Il DAAMLA potrebbe annullare il vantaggio strategico degli USA
La proposta di legge, così come attualmente strutturata dalla senatrice Elizabeth Warren, andrebbe – secondo i firmatari della lettera – a determinare concreti rischi relativamente all’attuale “vantaggio strategico” degli USA. L’impianto normativo del DAAMLA metterebbe infatti in pericolo diverse migliaia di posti di lavoro, ottenendo al contempo un risultato sostanzialmente insignificante nell’ambito delle frodi e degli illeciti che dovrebbe – teoricamente – andare a limitare. “Il Digital Asset Anti-Money Laundering Act (DAAMLA) – si legge infatti nel documento –mette a rischio il vantaggio strategico della nostra nazione, minaccia decine di migliaia di posti di lavoro negli Stati Uniti e ha un impatto minimo sugli attori illeciti a cui si rivolge”.
DAAMLA e criptovalute: lo scontro durerà ancora a lungo
Gli esperti di politica economica statunitensi spiegano in queste ore che le discussioni potrebbero protrarsi ancora a lungo. In questo senso giocherà un ruolo cruciale il parere del presidente della commissione bancaria del Senato, Sherrod Brown, che non si è ancora espresso in materia. La carica di presidente della commissione consente infatti al senatore Brown di esercitare un’influenza determinante. Un suo parere negativo complicherebbe notevolmente il passaggio al successivo livello dell’iter burocratico.
Le accuse di Warren: “Criptovalute finanziano Hamas e altri terroristi”
Quella sopra descritta è la seconda lettera inoltrata al Senato da parte della Blockchain Association. Nel novembre del 2023 era stata infatti inoltrata una prima comunicazione, che in quel caso contava 40 firme, incluse diverse personalità di spicco in ambito militare. L’obiettivo della prima missiva era smentire le insinuazioni relative ad un collegamento tra le criptovalute e l’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023. Anche in questo lo scenario era stato ipotizzato dalla senatrice Warren, che aveva parlato apertamente di “Lobby delle criptovalute”, che, secondo il suo punto di vista, starebbero facendo il bello e il cattivo tempo negli ultimi anni ai piani alti della politica internazionale americana.
“La vostra Associazione sta mettendo in campo un’arma non tanto segreta – aveva infatti dichiarato, rivolgendosi alla Blockchain Association – ovvero un gran numero di ex funzionari della difesa e delle forze dell’ordine, con l’obiettivo di intralciare gli sforzi del Congresso e dell’Amministrazione Biden nel contrasto al ruolo delle criptovalute nel finanziamento di Hamas e di altre organizzazioni terroristiche”.
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