Bitcoin resiste grazie agli holder, ma cresce la paura

Bitcoin oscilla al momento su livelli di prezzo di poco superiori ai 56mila euro. Gli ultimi giorni sono però stati drammatici, non solo per BTC, ma per tutto il comparto crypto. Emblematico in tal senso il fatto che il valore della regina delle criptovalute sia scivolato addirittura a 53mila dollari, mentre contemporaneamente Ethereum scendeva ampiamente sotto i 3000 dollari. Ma il dato per certi versi più emblematico è quello relativo al Fear & Greed Index, sceso ad un valore di 36, di gran lunga il più basso di tutto il 2024.

Le differenze tra i detentori di Bitcoin

I motivi che hanno determinato questo tracollo finanziario, che ovviamente ha colpito molto più le altcoin, sono molteplici e legati a fattori strutturali del mercato crypto – su tutti la vendita dei bitcoin di MT.GOX – ma anche alla scarsa liquidità sui mercati e alla sempre più intricata situazione geopolitica mondiale. Al di là delle motivazioni – di cui vi abbiamo parlato in maniera dettagliata in questo approfondimento – per comprendere al meglio questa fase di mercato è interessante analizzare il comportamento degli investitori.

Quanto accaduto ha infatti messo in luce differenze significative nei comportamenti tra le varie categorie di investitori. I detentori a breve termine e i trader con leva sono stati i principali artefici delle vendite, mentre gli holder (o HODLer) di lungo termine e i grandi investitori hanno mantenuto un atteggiamento più resiliente, contribuendo a fermare la discesa e stabilizzare il mercato.

Detentori a breve termine in preda al panic sell

I detentori a breve termine sono stati i principali responsabili delle vendite. Questo gruppo di investitori, che tipicamente detiene Bitcoin per periodi inferiori ai sei mesi, ha mostrato una tendenza al panic sell, liquidando le proprie posizioni in risposta alla volatilità del mercato. La propensione a vendere potrebbe essere stata amplificata dalla necessità di evitare perdite ancor più ingenti.

Bagno di sangue per i trader con leva finanziaria

Ma a registrare le perdite maggiori sono stati ovviamente i trader che utilizzano leva finanziaria, obiettivamente i più colpiti durante questo crollo. Le posizioni in leva hanno infatti subito ingenti liquidazioni forzate, dato che le forti oscillazioni di prezzo hanno innescato i margini di sicurezza. Questo ha portato a vendite automatiche, aumentando la pressione sul mercato e accelerando il calo dei prezzi. I dati on-chain mostrano che le liquidazioni delle posizioni in leva hanno raggiunto picchi significativi nelle ultime ore del crollo, contribuendo a incrementare ulteriormente la volatilità generale.

Il comportamento degli HODLers

D’altra parte, i detentori a lungo termine hanno mantenuto le loro posizioni, dimostrando una maggiore resistenza alle pressioni del mercato. Questi investitori, spesso più esperti e con una visione a lungo termine, tendono a non reagire in modo impulsivo ai ribassi del mercato. Questo atteggiamento ha permesso loro di evitare le perdite realizzate che hanno invece colpito trader e investitori a breve termine.

Cosa dicono il Long/Short e l’Options Put/Call Ratio su Bitcoin

Il recente crollo di Bitcoin ha rivelato un sentiment ribassista tra i trader a breve termine, evidenziato dal BTC Long/Short Ratio di Coinglass, dove il 53,5% delle posizioni è short rispetto al 46,5% di posizioni long. Questo indicatore riflette una predominanza di vendite allo scoperto, sebbene non consideri la dimensione delle posizioni. Contestualmente il Bitcoin: Options Put/Call Ratio mostra che, nonostante un sentiment generalmente rialzista con rapporti Put/Call inferiori a 1 dall’inizio dell’anno, ci troviamo in una fase di netta debolezza nel mercato.

Fonte dati: CoinGlass

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