La comunità di Ethereum (ETH) sta attraversando una fase di grandi discussioni pubbliche. Uno dei dibattiti preponderanti degli ultimi tempi, letteralmente esploso nelle ultime 24 ore, riguarda una proposta di modifica strutturale della politica monetaria. I cambiamenti in questione sarebbero relativi allo staking. Qualora dovesse essere approvata, la modifica potrebbe andare a determinare profonde implicazioni sul futuro della seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato dopo Bitcoin (BTC), nonché per tutto l’ecosistema Ethereum. Tuttavia, la reazione della community al momento è per lo più scettica – talvolta indispettita – e in netta opposizione, nonostante si tratti di una proposta della Fondazione Ethereum.
Ethereum, meno staking per proteggere la rete: la proposta
Ma cosa sta succedendo? Due ricercatori della Fondazione Ethereum, Ansgar Dietrichs e Caspar Schwarz-Schilling, hanno formulato una proposta per modificare la politica di emissione di Ethereum. I due esperti hanno evidenziato [1] il significativo aumento dello staking di ETH, trend che sta letteralmente esplodendo negli ultimi mesi ed è certamente destinato a crescere ulteriormente nel prossimo futuro. Basti pensare che nell’ultimo anno gli ETH in staking sono passati dall’essere l’11% del totale all’attuale 26%. La preoccupazione è che il blocco di un’eccessiva percentuale degli ETH circolanti nei contratti di staking possa andare a determinare problematiche di vario genere per la blockchain, ovvero:
- il rendimento reale dello staking potrebbe diventare inferiore rispetto a quello attuale;
- ETH diventerebbe troppo costoso da detenere a causa della maggiore pressione inflazionistica sui non-staker rispetto agli staker;
- ETH potrebbe addirittura perdere il ruolo di valuta principale della blockchain Ethereum, paradossalmente superato da token in grado di offrire reward più elevate, come potrebbero essere in futuro quelle di stETH e Lido;
- rischio di eccessiva centralizzazione da parte di L2 o altre entità.
Ethereum verso uno staking più “equilibrato”?
In altre parole la proposta mira dunque a mantenere un rapporto di staking equilibrato. L’obiettivo è prevenire sia le pressioni inflazionistiche su detentori non staking che i rischi connessi ad una eccessiva centralizzazione. Nel concreto dovrebbe essere messa in atto una ricalibrazione della curva di emissione di ETH. Ciò andrebbe a determinare uno spostamento verso lo Stake Ratio Targeting. Si tratterebbe dunque di un approccio graduale che andrebbe a concretizzare nel corso del tempo un rapporto di staking equilibrato, anziché presentare una quantità predeterminata di ETH in staking.
La community Ethereum contro la proposta di modifica
Lo scenario ha però subito indispettito la maggior parte dei membri della comunità, suscitando online discussioni anche abbastanza accese. Alcuni utenti interpretano infatti le possibili modifiche come una minaccia ai principi fondamentali di Ethereum. Altri fanno invece notare come una modifica di questo genere sarebbe deleteria sul piano politico.
Ethereum è infatti attualmente oggetto di investigazione da parte della SEC, che deve determinare la sua natura di commodity o security. Un intervento sulla rete come quello ipotizzato dai due ricercatori implicherebbe dei palesi “sforzi manageriali” su Ethereum da parte della fondazione. Ciò andrebbe indiscutibilmente a compromettere le possibilità di Ethereum di essere recepita come commodity anziché security. Quest’ultimo è sostanzialmente il nodo centrale attorno al quale ruota la discussione sulla possibile approvazione degli ETF Spot su Ethereum in futuro.
[1]Proposta dei ricercatori dell’Ethereum Foundation
Sono un Content Editor che ha scritto oltre 7.000 articoli per magazine e testate giornalistiche. Oggi mi occupo principalmente di cronaca finanziaria, politica e attualità e per Broker-Forex.it scrivo per la sezione news su crypto e Bitcoin.