Ethereum sotto indagine? Facciamo chiarezza

Ethereum sotto indagine? A giudicare dagli strilli roboanti dei magazine di mezzo mondo sembrerebbe proprio di sì. A riportare la notizia, oltre alla stampa tradizionale – che mai si sarebbe lasciata sfuggire un’occasione del genere – sono anche e soprattutto i portali con focus sul mondo delle criptovalute. Tuttavia, come sempre più spesso accade in ambito informazione, la vicenda è stata presentata al grosso del pubblico mondiale in una versione indubbiamente mistificata e gonfiata. In questo articolo andremo a fare chiarezza.

Ethereum sotto indagine

Ethereum sotto indagine: cosa sappiamo

Stando a quello che riportano i giornali Ethereum (ETH) – o meglio, la Ethereum Foundation – sarebbe “sotto indagine”, ma non è neanche dato sapere con certezza assoluta quale sarebbe l’ente inquisitorio. Non esistono infatti riscontri oggettivi relativi ad un’indagine sull’Ethereum Foundation. L’unica certezza assoluta è che dalla documentazione presente sul sito ufficiale della fondazione[1] sia scomparsa da circa 20 giorni una comunicazione in cui si esplicitava l’assenza di qualsiasi contatto tra Ethereum Foundation ed agenzie governative.  Questo il passaggio eliminato: “Ethereum Foundation non ha mai ricevuto richieste di contatto da enti governativi. [..] Riveleremo pubblicamente qualsiasi genere di inchiesta attuata in questo senso”. Tanto è bastato per far scoppiare la bomba online, con la notizia che in poche ore è arrivata in ogni angolo del mondo.

Indagine Ethereum Foundation: l’ente inquisitorio potrebbe essere la SEC

Ma chi starebbe indagando? La SEC? La CIA? la FED? Queste le ipotesi della prima ora, parzialmente confermate da un articolo di Fortune[2], secondo cui a indagare sulla Ethereum Foundation sarebbe proprio la SEC. Non c’è da stupirsi. Gary Gensler ha già chiaramente evidenziato – pur sottraendosi alle domande – le intenzioni della Securities and Exchange Commission: catalogare Ethereum come una security anziché una commodity. In questo modo si andrebbe a impedire l’approvazione degli ETF Spot su Ethereum, analoghi a quelli già approvati su Bitcoin (BTC) a gennaio. I confini della vicenda restano comunque molto fumosi, nessuna dichiarazione ufficiale è infatti arrivata da SEC o Ethereum Fundation. Probabilmente è per questo che il mercato sembra aver sostanzialmente ignorato la vicenda.

Ethereum, stavolta la SEC non fa paura

Al momento la maggior parte dei massimalisti Ethereum non sembra affatto preoccupata da quanto sta accadendo.  Ciò nonostante quest’ultima vicenda abbia ulteriormente affossato le probabilità dell’approvazione dell’ETF Ethereum a maggio. Sembra infatti prevalere l’ottimismo, dettato in primis dalla convinzione che, anche qualora l’ente di vigilanza statunitense dovesse riuscire a portare Ethereum Foundation in tribunale, non sarebbe in grado dimostrare la sua tesi. Questo sentiment è diretta conseguenza del precedente fallimento della SEC, che in passato ha provato, senza riuscirci – l’ente ha comunque fatto ricorso dopo aver perso la prima causa – a far catalogare Ripple (XRP) come una security non regolamentata.

ETF Ethereum? Aspettare non è un problema 

Inoltre, negli ultimi giorni sembra diffondersi un sentiment per certi versi inedito, andatosi a consolidare dopo le recenti dichiarazioni di Matt HouganCIO di Bitwise. La mancata approvazione dell’ETF su Ethereum a maggio non rappresenterebbe un gran problema. Un’approvazione così temporalmente vicina a quella degli ETF su Bitcoin non darebbe infatti modo, ma soprattutto tempo, alla finanza tradizionale di “digerire” il mondo crypto. Le criptovalute, infatti, hanno fatto il loro ingresso ufficiale a Wall Street – per ora unicamente con Bitcoin – soltanto a gennaio. Prolungare l’attesa di 6 o 8 mesi permetterebbe, secondo questa visione, di trovare un terreno più fertile per nuovi investitori.

[1] https://github.com/ethereum/ethereum-foundation-website/commit/769b30603504b4b5e8f601f8014691a8d1821390

[2] articolo di Fortune

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