Glassnode: una maggiore pressione di vendita manda in tilt i BTC

Il popolare sito di analisi blockchain Glassnode prevede una maggiore pressione di vendita che manderà totalmente in tilt i Bitcoin. Di conseguenza secondo gli analisti bisogna ascoltare le metriche on-chain che al momento sono proiettate verso una prospettiva ribassista per i BTC. Questo vuol dire che nei prossimi mesi verranno vanificati gli sforzi dei rialzisti di Bitcoin che si troveranno ad affrontare diversi venti contrari ma senza poter cambiare l’area di intervento.

Si tratta di una flessione inevitabile per una serie di ragioni non solo legate ai cambiamenti macroeconomici che interessano l’economia globale ma anche per una debolezza dei mercati tradizionali di fronte alle recenti questioni geopolitiche che stanno incrementando il rischio per una decrescita delle criptovalute. Se a ciò aggiungiamo non solo i timori del conflitto in Ucraina ma anche i rialzi dei tassi della Fed, è praticamente automatico il sentiment al ribasso che sta maturando tra gli investitori. La paura spinge a vendere allontanandosi dalle prospettive rialziste.

E’ uno scenario piuttosto critico soprattutto se pensiamo alle tempistiche di esecuzione. Qui non parliamo solamente di un periodo nel quale i rialzisti dovranno fare i conti con la determinazione dei ribassisti, qui abbiamo a che fare con uno scenario duraturo con una tendenza al ribasso che sarà continuativa e costante per un lasso di tempo dilatato. I dati che abbiamo ora in nostro possesso confermano questa linea con i Bitcoin scambiati al ribasso del 47% dal suo massimo storico di novembre.

Uno dei segnali che ha spinto Glassnode a dare l’allarme è sicuramente quello relativo alla mancanza di attività sulla catena. In quel momento è stato chiaro che il mercato ribassista di Bitcoin stava iniziando a muoversi. A tal proposito numerosi indirizzi sono arrivati al limite inferiore del canale del mercato. A quel punto il sospetto si è trasformato in realtà suggerendo una diminuzione della domanda e dell’interesse. Basti pensare che solamente nell’ultimo mese sono stati svuotati circa 219.000 indirizzi, indicando che questo potrebbe essere l’inizio di un periodo di deflussi con un andamento continuativo.

Ora se prendiamo come prezzo di riferimento a breve termine sulla base del costo aggregato quello che aveva toccato la soglia dei $ 47.200, è automatico pensare che la perdita media dei prezzi correnti sarà del 22% per coloro che ancora detengono l’attività, con una discesa difficile da recuperare nell’immediato. In pratica maggiore è il tempo che gli investitori perdono nel restare fermi nella loro posizione e maggiore sarà la perdita con un incremento di vendita per le criptovalute. Di conseguenza quello che si può fare arrivati a questo punto è evitare il peggio, andando a ridimensionare le perdite: partire dalla consapevolezza che molte cose cambieranno con il mercato ribassista alle spalle e tentare di ridurre il calo che oramai sembra inevitabile.

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