Funding Rate: segnali d’acquisto negativi?

Solitamente gli analisti tendono a considerare i funding rate dei segnali d’acquisto negativi. In questo breve intervento ci soffermeremo su questo aspetto per capire se questa associazione è fondata oppure no sul vero. In tal senso i dati che abbiamo a disposizione mostrano uno scenario incoerente che va analizzato con attenzione. In realtà i contratti inverse swap sono elargiti in virtù del loro tasso integrato addebitato ogni otto ore assicurando una contrattazione libera e dunque senza che vi siano sbilanci nel cambio.

In pratica per meglio capire cosa succede in questa fase basta ricordare che l’open interest è sempre pari con una conseguente variazione della leva finanziaria. A quel punto i compratori ne richiederanno di più facendo in modo che il funding rate diventi positivo. In poche parole sono loro a pagare le commissioni ai venditori.

Di contro quando sono gli short a richiedere leva portano i funding rate su binari negativi. In tal senso basta ricordare che i funding rate dei BTC sono al negativi da quasi 40 giorni, il che vuol dire che generalmente i compratori non hanno alcun interesse ad aprire posizioni valide.

Tecnicamente questo valore di riferimento oscillerebbe tra tassi settimanali dello 0% e del 2% con la possibilità di raggiungere livelli molto più alti soprattutto dopo le bull run, mentre un funding rate negativo per più giorni consecutivi potrebbe risultare un pò complicato da gestire.

Il fatto è che il 2020 ha mostrato un quadro decisamente diverso ha influito negativamente sul sistema delle correzioni dei BTC aprendo a scenari inediti. A tal proposito ci sono voluti due mesi prima che il prezzo ritornasse ai suoi livelli aprendo ad una fase altalenante che sta caratterizzando il mercato di queste cripto. A questo punto risulta chiaro il motivo che spesso spinge i traders a definire i funding rate dei segnali d’acquisto negativi.

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