Ethereum (ETH) sembrerebbe aver retto meglio di Bitcoin (BTC) durante l’ultimo calo del mercato crypto, in parte dovuto al “sell the news” conseguente all’approvazione degli ETF spot su BTC. Circostanza già verificatasi in passato e sempre più frequente, che va a rafforzare l’ipotesi, già ampiamente consolidata tra molti sviluppatori, e più in generale tra i membri della community dell’infrastruttura ideata da Vitalik Buterin, che ETH sia in grado di superare la capitalizzazione di mercato di BTC entro pochi anni, sicuramente entro il 2030, ma forse molto prima, addirittura prima della fine del 2024. Scenario quest’ultimo supportato anche dagli analisti di JP Morgan.
Perché Ethereum può superare Bitcoin ?
Base fondamentale per il cosiddetto “flippening”, che permetterebbe a Ethereum di rubare a Bitcoin il ruolo di regina delle cryptovalute – ipotesi al momento considerata fantascientifica dai cosiddetti “integralisti BTC” – è la transizione dal sistema di consenso PoW (Proof-of-Work ) al Pos (Proof of Stake) effettuata da Ethereum a settembre 2023.
A differenza del PoW, che verifica il consenso attraverso il mining (un complesso processo di calcolo algoritmico) per controllare la legittimità delle transazioni, nel PoS, il creatore di un nuovo blocco è selezionato da un gruppo di utenti che hanno depositato e bloccato – ovvero “messo in staking” – una determinata quantità di criptovaluta. Il PoS sembrerebbe offrire migliore democraticità, decentralizzazione e scalabilità, nonché un minor dispendio energetico.
Etherum Vs. Bitcoin, il “flippening” potrebbe avvenire già nel 2024
A ipotizzare che Ethereum supererà Bitcoin nel 2024 sono, tra gli altri, gli analisti di JP Morgan. Secondo la loro ipotesi, la regina delle alt coin dovrebbe iniziare ad erodere quote consistenti di mercato a Bitcoin nel corso dei prossimi 12 mesi.
Merito anche e soprattutto dell’aggiornamento EIP-4844 o Protodanksharding, concepito con lo scopo di andare a diminuire i costi di transazione e aumentare il numero di transazioni al secondo, vero tallone d’Achille della blockchain di Ethereum.
Dovrebbe inoltre fungere da catalizzatore per il recupero di una consistente parte delle quote di mercato di ETH, grazie al potenziamento dell’attività di rete.
Ethereum, JP Morgan e il pessimismo su Bitcoin
La previsione è correlata anche ad un maggior scetticismo di JP Morgan sul futuro di Bitcoin rispetto ad altri analisti. L’arrivo della nuova liquidità, responsabile del significativo aumento di prezzo degli ultimi mesi del 2023, potrebbe in realtà essere interpretato come un banale spostamento di capitali da altre criptovalute.
Denaro che, secondo JP Morgan, dovrebbe invece tornare a defluire nei prossimi mesi, per spostarsi anche e soprattutto verso Ethereum. Ciò ovviamente a patto che gli sviluppatori riescano a diminuire effettivamente i costi di transazione, incrementando al contempo il numero di transazioni al secondo, come previsto dalla roadmap.
Al momento, infatti, la velocità di transazione sulla rete di Ethereum si ferma a 13 TPS, un valore di gran lunga inferiore a quello dei principali competitor, come ad esempio Cardano (ADA). A validare lo scetticismo su BTC anche gli analisti dei mercati finanziari di Bitget, popolarissimo exchange online, secondo i quali, almeno sul breve termine, il prezzo di Bitcoin non dovrebbe superare i 50mila dollari nel 2024.
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