In una recente dichiarazione sull’account Twitter ufficiale di PEPE Coin è emerso un presunto trasferimento di 16 trilioni di token agli scambi di criptovalute. L’annuncio è stata un’occasione per spiegare l’accaduto circa tre malintenzionati, precedentemente associati alla moneta PEPE, che hanno letteralmente rubato il 60% dei token nel portafoglio multisig. Questo episodio resta isolato perché nel frattempo il prezzo ha registrato una ripresa costante dal forte calo al minimo del 25 agosto di $ 0,00000082.
Il prezzo di PEPE supera il calo contro ogni aspettativa
Negli ultimi giorni PEPE ha subito un massiccio calo del suo prezzo considerato da molti una sorta di reazione all’improvviso trasferimento di 16 trilioni di token agli scambi di criptovalute. Così mentre la community cercava di capire come fosse stato possibile il prezzo della meme coin è crollato al minimo di $ 0,00000082. Si è trattato di una vera e propria caduta a cui sono seguite delle conseguenze. Nello specifico ultimo sviluppo di PEPE è emerso tramite una dichiarazione rilasciata dall’account Twitter ufficiale. In tal senso è saltato fuori che 3 ex membri del team fondatore hanno effettuato l’accesso al portafoglio multi-sig e hanno trasferito il 60% delle partecipazioni del portafoglio, 15 milioni di dollari in token PEPE, per venderli sugli scambi di criptovalute.
Successivamente il team del progetto si è scusato per l’accaduto per poi condividere un piano per decentralizzare la moneta PEPE. In questo modo ha cercato di ridimensionare il calo considerato da molti uno dei peggiori mai visti. Per il team di PEPE spiegare i piani per i restanti 10 trilioni di token è un’occasione per ristabilire l’ordine dopo che il trasferimento ha messo in crisi la community che sospettava un furto. Di conseguenza per ora la preoccupazione è rientrata, ma la paura ha preso comunque il sopravvento spingendo PEPE verso il fondo.
Si è trattato di un duro contraccolpo soprattutto dopo aver scoperto che le transazioni inaspettate sono state effettuate da ex membri del team fondatore. Hanno prima effettuato l’accesso al multi-sig e poi hanno rubato il 60% delle partecipazioni dal portafoglio, per venderle e generare denaro, dissociandosi dal progetto. Così il prezzo del PEPE è crollato sugli scambi, mandando la moneta meme al minimo del 25 agosto di 0,00000082 dollari. Ora sono rimasti 10 trilioni di token PEPE nel multi-sig e l’aggiornamento spiega che questi token verranno utilizzati per trovare un nuovo dominio per il progetto.
Su questa lunghezza d’onda la strada della decentralizzazione è l’unica percorribile per poter instaurare nuovamente una dialettica rialzista dopo il recente crollo. Quello che sappiamo è che le whale di PEPE hanno accumulato in previsione della ripresa dei prezzi, per questo motivo tutto sommato c’è ancora un margine di riscatto. In pratica i grandi investitori di PEPE hanno comprato il calo e hanno raccolto miliardi di gettoni della moneta meme ad un prezzo scontato. Una whale PEPE ha speso 529.000 dollari per acquistare 640 miliardi di token PEPE, aumentando le proprie partecipazioni. In quest’ottica è molto probabile che la situazione cambi a fronte di un’aspettativa rialzista che si potrebbe verificare a breve. In tal senso le whale di PEPE gettano le basi di una nuova ripartenza.
Da anni sono copywriter e redattore di blog di tematiche finanziarie ed economiche. Tra le mie passioni il mondo delle criptovalute, Bitcoin e degli investimenti online.