La chiamata alle armi del presidente Putin con il reclutamento dei riservisti come risposta all’avanzare degli ucraini nei territori occupati sta cambiando non solo lo scenario geo-politico ma anche quello economico con una serie di provvedimenti mirati che hanno lo scopo di salvaguardare gli interessi nazionali. In tal senso nel prossimo disegno di legge, la borsa di Mosca (MOEX) consentirà ai depositari di emettere ricevute per asset finanziari digitali (DFA). Si tratta di un’apertura interessante che merita un’approfondita analisi.
MOEX: la Russia punta ad un exchange di criptovalute autonomo e indipendente
Il passaggio significativo alla gestione delle criptovalute rappresenta un punto di svolta per l’economia russa anche se non si è ancora capito come verranno vendute le cripto, e quindi se tramite broker o direttamente all’acquirente finale. In ogni caso la compravendita ci sarà a fonte di una richiesta sempre più massiccia da parte degli investitori. A tal proposito questa adozione risponde anche alla forte domanda di risorse crittografiche legate servizi correlati. Tra questi c’è Moscow Exchange che di fatto sta mirando a diventare l’exchange di criptovalute del Paese. Ci riuscirà?
In questo scenario è molto probabile che Moscow Exchange diventi anche e soprattutto un Crypto Exchange favorito dall’approvazione di un disegno di legge che fornirà all’exchange i poteri necessari per agire come un crypto exchange. Prima della definizione di queste disposizioni operative si sta cercando di capire se questa apertura possa far felice gli investitori russi. Su questa lunghezza d’onda i detrattori credono che sia un modo per distogliere la popolazione da quello che sta succedendo realmente sul fronte bellico. Di conseguenza offrire loro il pacchetto cripto finora negato rappresenta un’occasione per trovare un punto di contatto con il Paese.
Molto interessante risulta essere l’opinione di Sergey Shvetsov, il presidente del consiglio di sorveglianza della borsa, indirizzato all’approvazione di una legge che permetterà l’emissione di una ricevuta per le risorse crittografiche, laddove ogni ricevuta viene trattata come se fosse un titolo che l’utente può gestire in maniera indipendente. In alternativa per Shvetsov si potrà anche accedere ad un pacchetto di rilascio diretto di asset di criptovaluta, laddove il MOEX può consentire ai singoli di appellarsi alle autorità di regolamentazione per ricevere lo status di operatore di scambio. In questo modo si può operare facilmente e con sicurezza nel mercato.
Ora però al di là delle speculazioni che hanno portato a queste decisioni “aperte” considerando il controllo del governo nazionale, è importante notare l’entità della novità con il mercato che può contare liberamente o sulla contabilità blockchain o sulla contabilità di deposito, con la possibilità per i depositari russi di accumulare DFA sui loro conti nella blockchain. Tenendo bene a mente che non appena il cliente avrà bisogno dell’asset sottostante, rimborserà la ricevuta e riceverà l’asset sul suo conto.
In questo scenario sono molti a scommettere che alla fine dei conti quest’apertura porterà nuovi investimenti sul mercato in un clima che punta sull’indipendenza dei wallet ma che in realtà saranno sempre sotto controllo. Così malgrado la diffusione dell’adozione della crittografia, il MOEX manterrà una struttura centralizzata. Tale scelta è giustificata dall’idea di dare agli investitori coinvolti la sicurezza che ci sia sempre qualcuno che possa rispondere loro se qualcosa va storto.
Da anni sono copywriter e redattore di blog di tematiche finanziarie ed economiche. Tra le mie passioni il mondo delle criptovalute, Bitcoin e degli investimenti online.