Bitcoin ed elezioni USA: perché il mondo crypto vuole Trump

Bitcoin (BTC) e le criptovalute sono ormai asset noti a chiunque in ambito finanziario. Meno noto è invece il rapporto e le dinamiche che intercorrono tra politica e cripto-finanza. Ci riferiamo ovviamente alla politica e alla finanza statunitense, che tutt’ora determinano le sorti economiche del resto dell’occidente.

Va da sé che le imminenti elezioni USA possano incidere in maniera importante sullo scenario di Bitcoin e delle criptovalute, soprattutto tenendo conto delle numerose battaglie in atto tra grossi player del settore e autorità USA, in primis la SEC (Security and Exchange Commission), il più importante ente di vigilanza finanziaria americano.

A sottolineare con forza che le elezioni USA siano uno spartiacque fondamentale per tutto il settore crypto è un report di Standard Chartered. Stando a quanto riferiscono gli esperti della nota banca [1] multinazionale britannica, la migliore ipotesi per i crypto investitori sarebbe quella del ritorno alla Casa Bianca di Donald J Trump.

Trump favorirebbe Bitcoin

Un Trump-olino per Bitcoin e le crypto 

Stando a quanto riferisce il report, qualora la prospettiva dell’elezione di Donald Trump nel 2024 dovesse continuare a rafforzarsi, potremo addirittura iniziarne a vedere gli effetti – bullish – sul grafico in tempi relativamente rapidi. Questo perché la presidenza Trump andrebbe a limitare l’azione della SEC, trasformando profondamente l’attuale scenario normativo, facilitando la vita alle industrie del settore crypto. Queste ultime ad oggi si trovano infatti a dover costantemente rispondere a veri e propri attacchi sferrati dalla SEC.

Un governo “super fan” delle crypto, questo dunque quello che, secondo il report citato, si aspetterebbe il mercato qualora Trump venisse effettivamente eletto. Per Bitcoin si tratterebbe di un vero e proprio trampolino di lancio verso una nuova fase della sua storia.

Il governo USA può diventare uno sponsor di Bitcoin?

Lo scenario sarebbe d’altronde perfettamente in linea con i valori da sempre promulgati da Trump e dai suoi. L’obiettivo della presidenza infatti, anche nel precedente mandato, è sempre parso essere quello di creare un clima favorevole alle imprese e all’innovazione, anche e soprattutto allentando la pressione dovuta a norme di vigilanza finanziaria eccessivamente stringenti.

“Secondo la nostra opinione una nuova amministrazione Trump sarebbe più che positiva per il settore crypto, merito di un contesto normativo più favorevole”, si legge infatti nel documento di Standard Chartered. In altre parole, le autorità USA, che ad oggi rappresentano sostanzialmente un freno all’adozione globale di Bitcoin, ne diventerebbero invece uno degli sponsor principali.

Bitcoin come alternativa alla de-dollarizzazione 

La banca inglese ha inoltre reso noto il suo target di 150mila dollari di prezzo per Bitcoin a fine anno. Mentre per fine 2025 l’obiettivo di prezzo è fissato a 200mila dollari.  Nel report viene inoltre fatto riferimento al rischio conseguente alla monetizzazione del debito pubblico da parte della FED. Uno scenario di questo genere non sarebbe particolarmente favorevole per l’economia statunitense.

Lo sarebbe invece per Bitcoin, dato che gli investitori andrebbero presumibilmente a ricercare con più interesse asset alternativi. “Qualora dovesse concretizzarsi una dominanza fiscale degli Stati Uniti, Bitcoin andrebbe a fornire una copertura contro la de-dollarizzazione e la sempre minor fiducia nel mercato dei titoli del Tesoro americano”, spiega infatti l’analista Geoff Kendrick, autore del report.

[1] Standard Chartered

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