Bitcoin rallenta ma le stablecoin mostrano la vera forza del mercato

Bitcoin continua a lateralizzare tra i 65mila ed i 70mila dollari, mostrando però evidenti segnali di esaurimento della spinta propulsiva sul breve termine. La domanda, almeno per il momento, non sembra infatti in grado di sostenere un nuovo tentativo per andare a puntare l’ATH. Il sentiment della maggior parte della community crypto è però quello della pace prima della tempesta, o meglio, della pace prima del rally. A far sorridere i crypto investitori sono le valute digitali che per definizione non possono portare guadagni diretti legati alle speculazioni finanziarie: le stablecoin.  

Stablecoin, Tether e Bitcoin

Tether, USD Coin e Dai mostrano la vera forza del mercato crypto

Se Bitcoin (BTC) rallenta, le tre principali stablecoin del mercato, ovvero Tether (USDT), USD Coin (USDC) e Dai (DAI) mostrano forza e solidità. La supply complessiva combinata delle tre monete, che da sole rappresentano oltre il 90% dell’offerta generale di stablecoin, ha infatti superato i 141 miliardi di dollari. Si tratta del livello più alto da maggio 2022. Ma perché questa notizia sta entusiasmando gli esperti di criptovalute? In buona sostanza la riposta è, ancora una volta, da individuare nella storia – in questo caso parliamo soprattutto di storia recente  di Bitcoin e delle monete digitali.

Perché la crescita delle stablecoin fa bene a Bitcoin

L’aumento dell’offerta di stablecoin sta solitamente ad indicare l’incremento dei flussi di “nuovo” denaro verso il mercato crypto. Ciò accade semplicemente perché tantissimi utenti, trader e operatori utilizzano proprio le stablecoin per scambiare le valute digitali. Il discorso vale soprattutto per Tether. Ad alimentare i sentiment rialzisti, infatti, è anche e sopratutto una recente ricerca realizzata da un analista di CryptoQuant. Lo studio ha messo in evidenza una netta correlazione positiva tra l’offerta di Theter (USDT) – al momento la più grande stablecoin al mondo –  e il prezzo di Bitcoin.

Tether e Bitcoin sempre più interconnessi 

Dalla ricerca [1] emerge chiaramente come, a partire dall’ultimo trimestre del 2022, l’offerta  di USDT sia cresciuta di circa 30 miliardi. Ad ogni aumento dell’offerta ha fatto seguito un incremento di prezzo di Bitcoin. Un’altra analisi, realizzata da AMBCrypto sui dati di Glassnode, ha evidenziato come la market cap complessiva di USDT sia cresciuta del +5,4% dall’inizio del 2023. Quello tra Tether e Bitcoin potrebbe essere descritto come un rapporto di reciproco supporto. Se è vero che l’aumento della capitalizzazione di USDT è spesso premonitore di un rally del prezzo di Bitcoin, è altrettanto vero che proprio Bitcoin rappresenta uno dei principali collaterali di USDT e Tether investe regolarmente il 15% degli utili in Bitcoin.

Tether investe nel ming di Bitcoin in Uruguay, Paraguay ed El Salvador

La società sta inoltre attuando investimenti nel mining di BTC. Diversi impianti sono infatti in fase di costruzione in diverse aree del centro e Sud America, ovvero Uruguay, Paraguay ed El Salvador. Paolo Ardoino, amministratore delegato di Tether – nonché 26°uomo più ricco d’Italia nel 2024 – ha manifestato a chiare lettere l’intenzione della società di incrementare ulteriormente la propria quota nell’hash rate totale della rete Bitcoin, portandolo all’1% entro il 2025.

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