Bitcoin arranca mentre il rialzo dell’oro diventa “incontrollabile”

L’oro batte Bitcoin, che continua ad arrancare a causa delle crescenti tensioni geopolitiche. In questo momento il prezzo della prima criptovaluta per capitalizzazione di mercato oscilla attorno ai 63mila dollari, in calo di circa il -15% rispetto all’ATH dello scorso mese. Ben più ingenti tuttavia le flessioni riscontrabili sulla maggior parte delle ALT coin. Secondo diversi analisti sarebbe in atto uno spostamento di capitali dalle ALT verso Bitcoin (BTC). Ciò potrebbe rappresentare il preludio ad un nuovo pump per la regina delle crypto. Altri esperti fanno però notare come lo scenario potrebbe essere invece interpretato come il classico calo diffuso del settore, durante cui Bitcoin – come sempre – regge semplicemente meglio delle altre valute digitali. Ma a far discutere in queste ore è soprattutto il fatto che l’oro stia continuando a crescere parallelamente all’aumentare della crisi geopolitica, dimostrando inequivocabilmente la sua dimensione di bene rifugio.

Oro batte Bitcoin in tempi di guerra

Oro batte Bitcoin, il rialzo è “incontrollabile”

Come anticipato, a determinare la situazione attuale dei mercati crypto, più di qualsiasi fattore crypto-specifico, sono le notizie sempre più drammatiche relative ad una possibile escalation di guerra. In questo contesto, a dir poco complesso e in buona sostanza inedito, i crypto-investitori stanno prendendo atto del fatto che l’oro, ancora una volta, si sta rivelando un bene rifugio più efficace di Bitcoin. In questa fase il gold – che ricordiamo essere in assoluto l’asset più capitalizzato al mondo – sta infatti nettamente over-performando BTC, per non parlare delle principali ALT coin. [1] Goldman Sachs arriva addirittura a parlare di “rialzo incontrollabile”, spostando ulteriormente il target di prezzo a 2.700 dollari. Il prezzo attuale oscilla invece attorno ai 2240 dollari l’oncia.

La nuova corsa all’oro

L’unico vero limite alla corsa inarrestabile dell’oro, secondo i principali analisti, potrebbe essere un imminente – ma tutt’altro che certo, anzi – taglio dei tassi di interesse. Mentre l’asset nei giorni scorsi raggiungeva nuovi ATH, in tanti sono corsi a riscattare i loro gioielli o oggetti in oro. Da ciò emerge come le persone, ancor prima che gli investitori, considerino l’oro come una vera e propria certezza, una garanzia, se non addirittura una sorta di “bancomat”, particolarmente affidabile in periodi turbolenti. Tuttavia, l’aumento dei prezzi ha, allo stesso tempo, rallentato le vendite di monete d’oro. Ciò suggerisce che alcuni acquirenti potrebbero essere stati comunque scoraggiati dai costi elevati.

Oro e Bitcoin: similitudini e differenze 

Inoltre, i recenti trasferimenti di Bitcoin “fermi” da sempre – incluso uno di 50 Bitcoin estratti nel 2010 – indicano una tendenza crescente tra gli investitori alla vendita. Questi movimenti riflettono una situazione simile a quella sopracitata dell’oro. Sviluppi del genere suggeriscono che per entrambi gli assset l’avidità possa essere influenzata dai cambiamenti del contesto geopolitico. Ad ogni modo, al momento bisogna ammettere che Bitcoin – secondo qualcuno a causa dell’instabilità del resto del mercato crypto – possa sì essere considerato una potenziale riserva di valore, ma sempre molto rischiosa, quindi estremamente lontana dal poter essere recepita come un bene rifugio. Ma la strada è ancora lunga e BTC è ben più giovane dell’oro, come recentemente spiegato da Micheal Saylor.

[1] Report Goldman Sachs

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