Mining criptovalute bloccato per 4 mesi in Iran: ecco perché

In un periodo storico dove le decisioni dei governi locali hanno influito notevolmente sul valore dei Bitcoin, giunge la notizia che l’Iran ha bloccato per 4 mesi in mining delle principali criptovalute, facendo sorgere negli investitori delle inevitabili domande su quello che sarà l’impatto per il futuro nel breve e medio termine.

Mining criptovalute

Le motivazioni del blocco del mining in Iran

Una situazione simile si era verificata di recente in Cina, ma con motivazioni del tutto differenti, che non riguardano la volatilità delle criptovalute lamentata dai nipponici.

In questo caso lo scopo delle autorità locali era quello di limitare l’impatto energetico che questo genere di transazioni ha sulla nazione, così da impedire un black out generale che avrebbe avuto un effetto ancora più pesante.

Si tratta di una condizione di disagio che tende a colpire il territorio soprattutto nei mesi estivi di maggiore siccità, lasciando intere aree al buio per molto tempo e fasce di popolazione a rischio per l’impossibilità di utilizzare alcune risorse necessarie.

Essendo questo genere di transazioni largamente diffuse, il pericolo era quello che assorbissero tutte le risorse a disposizione, aggravando una situazione già di per sé allarmante.

Il mining illegale

A danneggiare il sistema non sarebbe secondo le autorità l’attività lecita regolata secondo una ferrea normativa, ma tutta quella sotterranea che non è possibile tenere adeguatamente sotto controllo.

Dal settore legale deriva infatti un consumo di energia giornaliero che non supera i 300 MW, che tende però inevitabilmente a salire fino a 2000 MW quando gli utenti smettono di ottemperare alla legge e operano in maniera del tutto selvaggia e fuori controllo.

Per tale motivo il blocco non verrà revocato prima del 22 settembre, andando a danneggiare anche la parte più sana di un settore in forte sviluppo in ogni area geografica del mondo.

L’Iran rappresenta attualmente una quota variabile dal 3,4 al 4,5% del mining mondiale, andando ad incidere notevolmente sull’andamento globale delle criptovalute e preoccupando così in maniera considerevole gli investitori.

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