La SEC è aperta al dialogo sulle crypto?

Visti e considerati alcuni meccanismi messi in campo dalla SEC nelle ultime settimane è lecito chiedersi se essa sia realmente aperta oppure no ad un dialogo con il settore crypto. Una domanda che appare lecita soprattutto tutto quello che è accaduto negli ultimi giorni. In questo scenario le parole poi di Marco Santori, responsabile di Kraken, mettono in luce un comportamento oramai diffuso da alcune società che si mostrano interessate alle crypto ma che in realtà nascondono altri fini. Vediamo di che si tratta.

Secondo Santori infatti il pragmatismo è l’unica risorsa che abbiamo per riuscire a salvarci dalle diatribe tra le società crypto e i regolatori finanziari, perennemente in lotta e causa della volatilità dei Bitcoin sul mercato.

Il problema è che gli investitori non vogliono capire che la regolamentazione non è un’opzione, e a lungo andare diventerà una costante che può davvero cambiare le cose. Per questo motivo opporsi o peggio minimizzare questo scenario significa non essere pragmatici e vivere di sogni.

Con il senno di poi le parole di Santori hanno anticipato quello che è successo subito dopo e cioè quando la SEC, la Securities and Exchange Commission statunitense, ha deciso di fare causa all’exchange di criptovalute Coinbase accusandolo di aver favorito un programma di rendimenti crypto illecito.

Di contro Coinbase ha deciso di rimuovere quel programma ma non ha alzato la bandierina bianca, anzi ha rilanciato sui social media i suoi dubbi in merito alla posizione della SEC rispetto alle criptovalute.

A questo punto a tutti verrebbe il sospetto che il dialogo tanto acclamato in realtà si riduce a qualche misura di verifica, perché nella sostanza non c’è alcun sentimento di tolleranza ma anzi una chiara necessità di colpire laddove è possibile. Nei fatti però la SEC continua a sostenere le criptovalute con una serie di dissonanze finanziarie che lasciano per ora gli analisti meditare sul da farsi.

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