Dogecoin futures: Coinbase gioca d’anticipo con la SEC

Continua a crescere l’ottimismo attorno a Dogecoin (DOGE). La regina delle MEME coin sta andando a realizzare qualcosa di letteralmente impensabile soltanto qualche anno fa. Coinbase ha infatti annunciato l’imminente lancio sulla piattaforma dei futures su Dogecoin. Nei documenti ufficiali presentati alla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) degli Stati Uniti, il noto exchange ha evidenziato come la principale MEME coin per capitalizzazione di mercato sia ormai andata ben oltre la sua dimensione di “scherzo”, consolidandosi come asset di primo piano nel panorama delle criptovalute. Secondo diversi analisti Coinbase starebbe giocando d’anticipo per evitare future limitazioni del mercato da parte della SEC.

Dogecoin futures in arrivo su Coinbase

Dogecoin futures in arrivo su Coinbase 

Coinbase ha manifestato l’intenzione di rendere possibile il trading sui futures per Dogecoin, Litecoin (LTC) e Bitcoin Cash (BCH) dal giorno 1 aprile 2024. Il popolarissimo exchange ha infatti inoltrato tre missive al Commodity Futures Trading Commission (CFTC) USA. Nei documenti l’azienda dichiara che lo scambio dei suddetti contratti futures potrebbe iniziare ancor prima di ricevere l’approvazione ufficiale della CFTC. L’exchange intende infatti avvalersi dell’autocertificazione prevista dalle norme federali statunitensi.  “Con la presente – si legge in una delle lettere – Coinbase Derivatives sottopone all’autocertificazione la quotazione iniziale del contratto Dogecoin Futures, che verrà proposto ai clienti di Coinbase dal giorno 1 aprile 2024”.

Dogecoin “punto fermo del mondo crypto”

Nelle righe seguenti del testo è presente quello che potrebbe essere considerato l’endorsement definitivo della crypto finanza “più classica” alle MEME coin, o almeno alla più importante tra queste. Coinbase ha infatti sottolineato come Dogecoin non possa più essere considerata “semplicemente una MEME coin”, ma un vero e proprio pilastro dell’attuale scenario crypto.  “La grande e duratura fama di Dogecoin – recita infatti il documento – ma anche e soprattutto il costante supporto mostrato dalla sua community, ci fanno ipotizzare che questa criptovaluta abbia ormai superato le sue origini di meme per diventare un punto fermo del mondo crypto“. Poco dopo la diffusione della notizia il prezzo di Dogecoin ha registrato un pump del 18%.

Come prevedibile, la notizia ha suscitato perplessità tra molti esperti del settore. D’altronde una larga fetta della comunità crypto rifiuta categoricamente di prendere seriamente in considerazione le MEME coin come criptovalute degne di nota. I più attenti e lungimiranti tra gli analisti di mercato hanno però ipotizzato un altro scenario. Quella di Coinbase potrebbe essere una scelta strategica, minuziosamente studiata per impedire future limitazioni del mercato da parte della SEC.

Dogecoin futures: la mossa strategica di Coinbase

James Seyffart, analista senior di Bloomberg, ritiene infatti che Coinbase stia giocando d’anticipo [1] per impedire alla Security Exchange Commission di catalogare come security  tutte le criptovalute basate sullo stesso meccanismo di Bitcoin, ovvero la Proof Of Work. Queste le osservazioni di Seyffart: “Mi viene spontaneo domandarmi se la SEC si stia opponendo al fatto che questi strumenti vengano catalogati come commodities futures, anziché securities futures. Tutte queste crypto sono basate su Bitcoin (Bitcoin Cash e Litecoin sono nate da un fork di Bitcoin, mentre Dogecoin è nata in seguito a un fork dello stesso Litecoin, ndr) e nascono tutte da fork di Bitcoin.  Di conseguenza, viste le approvazioni degli ETF su Bitcoin, non dovrebbe esserci più alcun dubbio sul fatto che non sono dei titoli azionari“.

ETF spot su Dogecoin in arrivo?

Alcuni analisti, come ad esempio Andrew Kang, sono arrivati addirittura a ipotizzare [2] che questa mossa potrebbe essere propedeutica alla richiesta di un ETF spot su Doge. “Per quanto mi riguarda le possibilità dell’approvazione che in futuro venga istituito un ETF su Doge sono superiori al 30%. Tutto è possibile visti i recenti sviluppi normativi, soprattutto qualora Trump dovesse vincere le elezioni”

[1] Dichiarazioni di James Seyffart
[2] Dichiarazioni di Andrew Kang

 

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