Criptovalute travolte dal caos globale: la mossa del Giappone

Il mercato delle criptovalute sta attraversando una fase di volatilità significativa. Nonostante un recente rimbalzo che ha visto Bitcoin toccare la soglia dei 56.000 dollari, permangono molte incertezze. Ethereum, parallelamente, ha dimostrato un’inaspettata capacità di ripresa. Tuttavia, gli investitori restano timorosi, poiché il settore deve ancora affrontare sfide importanti e decisive, che potrebbero cambiare la direzione del mercato.

Le aspettative sui tassi di interesse

Uno dei principali fattori di instabilità è rappresentato dalle aspettative sui tassi di interesse negli Stati Uniti. Le aspettative dei mercati sono infatti cambiate molto rapidamente negli ultimi giorni, portando gli investitori a considerare la possibilità di un taglio di 50 punti base da parte della Federal Reserve a settembre. Tale scenario riflette la situazione critica dei mercati finanziari globali e solleva interrogativi sull’impatto che queste politiche potrebbero avere sul settore delle criptovalute. La potenziale riduzione dei tassi di interesse alimenta sia la speranza di un rilancio economico, sia il timore di ulteriori turbolenze finanziarie.

Il ruolo del Giappone e l’influenza del carry trade

Il contesto economico globale non si limita agli Stati Uniti. Anche le politiche monetarie giapponesi stanno avendo un impatto significativo sul mercato delle criptovalute. Il recente aumento dei tassi di interesse della Bank of Japan ha infatti sorpreso molti analisti e ha messo in discussione la strategia del carry trade. Questo fenomeno, che tradizionalmente sfrutta i bassi tassi di interesse giapponesi per ottenere finanziamenti a basso costo, potrebbe subire cambiamenti significativi, influenzando le dinamiche di mercato e portando a un riequilibrio nelle strategie degli investitori.

La situazione politica negli Stati Uniti e l’influenza sulle criptovalute

Il panorama politico statunitense sta influenzando notevolmente il mercato delle criptovalute, con implicazioni significative derivanti dalle posizioni dei principali attori politici. Donald Trump ha riaffermato la sua intenzione di non vendere i Bitcoin sequestrati dal governo statunitense, posizionandosi come un sostenitore delle criptovalute per contrastare la crescita della Cina nel settore. Questa politica, ribadita durante la conferenza Bitcoin 2024 a Nashville, fa parte della sua strategia elettorale in vista delle prossime elezioni presidenziali.

D’altro canto, Kamala Harris e il suo staff stanno cercando di ricucire i rapporti con l’industria crypto, compromessi durante l’amministrazione Biden. Questa mossa segnala un possibile cambiamento di strategia politica che potrebbe influenzare il mercato e il supporto degli investitori. Con 203.239 Bitcoin teoricamente detenuti dal governo, ma con gran parte di essi non disponibili per la vendita, le decisioni politiche potrebbero avere un impatto sostanziale sulle dinamiche del mercato.

VIX torna ai livelli del 2020

La fase di estrema confusione economica che stiamo attraversando è ben evidenziata dall’andamento del VIX, o CBOE Volatility Index. Si tratta di un indicatore che misura la volatilità attesa nel mercato azionario statunitense nei prossimi 30 giorni, basato sulle opzioni dell’indice S&P 500. L’indice, spesso considerato il “fear gauge” di Wall Street, ha recentemente raggiunto il suo livello più alto dal 2020 – registrato in pena pandemia – segnalando un aumento significativo dell’incertezza nei mercati finanziari. Il VIX è schizzato a oltre 40 punti, indicando che gli investitori sono sempre più preoccupati per la possibilità di una recessione economica e per le turbolenze nei mercati azionari. Questo clima di incertezza ha spinto molti trader a cercare rifugio in asset più sicuri, influenzando negativamente i mercati azionari e contribuendo alla volatilità generale.

Fonte dati: CoinMarketCap

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