Bitcoin: una price action movimenta il mercato

Nonostante le difficoltà legate ai recenti sconvolgimenti geopolitici, i Bitcoin riescono ad assestarsi trovando una dimensione operativa attorno ai 40.000$. In questo scenario è naturale aspettarsi un higher low sul settimanale a fronte di una price action di Bitcoin che si sta muovendo verso la direzione giusta. Se pensiamo che nella giornata di oggi i BTC sono scambiati intorno ai 39.200$ andando a sfiorare i 40.300$, è logico pensare che questo trend possa invertire la rotta fin ora prevista dagli analisti che hanno elaborato le loro stime sugli effetti del conflitto bellico Ucraina/Russia.

Anche se negli ultimi giorni è stato registrato un incremento verso i BTC nonostante gli avvenimenti drammatici della guerra in Europa dell’Est, c’è chi teme ancora dei movimenti “fakeout” in entrambe le direzioni in virtù degli esigui volumi sui mercati crypto. Questo avvertimento è controbilanciato da una price action che sta dando alle criptovalute una spinta notevole di espansione. E’ evidente che siamo di fronte ad un mercato dinamico in cui tutto può cambiare nel raggio di poche sessioni. La paura è che questo cauto ottimismo possa scivolare in una costante instabilità.

Per questo motivi i dati che vengono raccolti durante un conflitto bellico vanno interpretati in un quadro generale. Di contro i traders professionisti hanno individuato in questa crisi una serie di vantaggi sul piano economico sottolineando un potenziale lato positivo sui grafici operativi relativi all’andamento delle criptovalute. Ebbene con il recente minimo di 34.300$ che è arrivato in concomitanza all’invasione dell’Ucraina, i BTC sono comunque riusciti a registrare un minimo più elevato (higher low) rispetto ai 32.800$ di gennaio.

Di conseguenza è lecito pensare che le stime degli analisti non hanno preso in considerazione la possibilità che le criptovalute potessero essere considerate dei beni rifugio a fronte di un incremento che ha superato di gran lunga le aspettative laddove secondo molti la correzione di febbraio da 45.500$ è apparsa come una sorta di consolidamento necessario soprattutto se i Bitcoin andranno a a registrare un minimo superiore rispetto ai suoi minimi in modo da favorire un pullback di BTC. Questo scenario possibile va interpretato pensando che nel frattempo i mercati macro hanno chiuso in rialzo con una serie di rimbalzi significativi che lasciano ben sperare.

Ragion per cui prima di vendere bisognerebbe analizzare bene la situazione considerando che attualmente il dollaro americano ha restituito la maggior parte dei guadagni sostenendo un indice valutario del dollaro americano (DXY) a 96,5 dai massimi di 97,7. La differenza è minimale considerando quello che sta succedendo sul piano dell’economia globale. Inoltre il rialzo che ha caratterizzato i BTC è esteso anche ad altre criptovalute. A tal proposito Ether (ETH), la più grande altcoin ora è scambiata al di sopra dei 2.780$, siglando un rialzo giornaliero del 0,65%. Il vento potrebbe non seguire i fumi di guerra.

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