Bitcoin sotto pressione: negli States incombe l’inflazione

Negli Stati Uniti le criptovalute più famose al mondo sono sotto pressione a causa dello spettro dell’inflazione il cui report potrebbe mettere in discussione alcune certezze finora espugnabili. Per questo motivo si cerca di correre ai ripari prima che la situazione possa degenerare per tutti gli investitori che continuano a credere nel progetto dei Bitcoin.

Lo scenario precedente ha visto scambi di bitcoin volatili nell’intervallo $ 63.000- $ 69.000 mentre i rendimenti obbligazionari hanno raggiunto un incremento anche in vista di un rapporto sull’inflazione statunitense, che è molto atteso perché potrebbe cambiare le regole del gioco. La diminuzione dei punti percentuali con una discesa a $ 47.900 nelle ultime 24 ore, con prezzi in calo del 2,25%, ha spinto molti analisti a rivedere le stime future.

Con un prospetto sul costo della vita che è aumentato del 6,8% dopo il 6,2% di ottobre si prevede che l’inflazione spinga verso il livello del 7% andando ad iniettare nel mercato più volatilità di quanto si possa immagine nel mercato delle criptovalute. D’altronde quello che è successo nel mese scorso è la misura di questo cambiamento laddove i BTC sono riusciti a raggiungere un record di $ 68.990 per contenere l’inflazione.

Per questa ragione sarà molto importante capire i numeri e quindi i margini di estensione in modo da studiare una strategia per portare dalla nostra parte i cali di prezzo per un futuro rimbalzo che investa tutta la rete digitale. Ora capire in che direzione andrà il mercato negli States con il timore di un’inflazione generalista è difficile. A tal proposito gli analisti fanno fatica a prevede uno scenario chiaro per i BTC non solo dopo il mega crollo della scorsa settimana ma anche per via di una serie di pressioni sulla moneta associate al report sull’inflazione dell’economia nazionale. Sicuramente è in atto una reazione che già si percepisce con le ultime resistenze della moneta ai contraccolpi del mercato.

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