Bitcoin: la soglia dei 36.000$ come supporto cardine

L’andamento discendente dei BTC sta letteralmente preoccupando traders e investitori che non si aspettavano una caduta così veloce. Inizialmente l’alternativa Bitcoin come mezzo per aggirare le sanzioni è sembrata una buona idea agli oligarchi russi, ma le nuove penalizzazioni rendono difficile anche questo passaggio. In questo scenario i BTC hanno perso la loro originaria affidabilità, passando da bene rifugio a strumento alternativo per la gestione del proprio capitale. Per questo motivo la soglia dei 36.000$ diventa un supporto cardine che può far sperare su una maggiore resistenza.

Di conseguenza di fronte ai detrattori delusi da un calo così sostanzioso, gli analisti cercano di mostrare gli aspetti positivi di questa operazione nella quale ripararsi sotto una soglia del genere, consente agli investitori di non vanificare tutto il loro percorso nel mercato digitale. D’altronde l’ultima chiusura settimanale è stata così pesante da lasciar temere il peggio dato che i BTC hanno registrato una candela a martello rovesciato che si traduce in una forte incertezza dovuta a ragioni macro economiche associabili alle attuali tensioni geopolitiche. In questo scenario augurarsi che la moneta resti comunque in corsa seppure ad un ridotto livello di capitalizzazione è un passaggio decisamente saggio, visto e considerato il contesto critico in cui sta operando.

Quello che è successo la notte scorsa in seguito ai continui bombardamenti russi dimostra che bisogna salvare quello che si può, dato che la coppia BTC/USD ha registrato livelli ancora più bassi lasciando presagire uno scenario irrecuperabile. In compenso reggendo il supporto dei 38.000$, re dunque recuperando il 3,4% dal minimo intraday di 37.580$, la moneta inizia a respirare e a scacciare via il rischio di default. E’ chiaro che siamo di fronte alle conseguenze del sentiment incerto sul mercato azionario che ha portato inevitabilmente ad una tendenza al ribasso. Qui siamo di fronte ad un contesto che potrebbe determinare uno shock finanziario non indifferente con il rischio che non vi siano abbastanza “scialuppe” per tutti. Ecco perché gli economisti decurtano le loro previsioni di crescita con i mercati azionari globali che valgono 110 miliardi di dollari, pari al 130% del PIL globale, in una proiezione che ora appare sopravvalutata.

Il problema è che se dovesse presentarsi una più consistente correzione per la finanza tradizionale, a farne le spese non sono solo le società ma anche tutti gli investitori che hanno creduto nel progetto delle criptovalute, il cui mercato attuale è talmente instabile da provocare profonde spaccature dall’interno. In tal senso le stime prevedono un crollo a livello mondiale che potrebbe portare allo stesso scenario della Grande Depressione di 90 anni fa’. In effetti per quanto desolante e inquietante, questa visione è sostenuta da molti analisti che non riescono per ora a vedere la luce fuori dal tunnel. Il contesto in cui operano i BTC si sta sgretolando pian piano, lasciando poco spazio alla speranza e all’inversione di rotta.

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