Bitcoin, in Cina è corsa (sotterranea) all’oro digitale

In Cina è corsa al Bitcoin ! Nonostante la regina delle criptovalute sia ufficialmente vietata nel paese, moltissime persone stanno correndo ad acquistare Bitcoin. Come è possibile?

Bitcoin esplode in Cina

Cina, fuga di capitali verso Bitcoin: da cosa dipende

Negli ultimi anni il sistema economico cinese ha mostrato segni di cedimento sotto diversi punti di vista. La Cina del boom dei decenni passati è stata infatti costruita sul debito e produceva beni per clienti stranieri sovra-indebitati, era dunque perfettamente inserita nel meccanismo della globalizzazione.

I recenti crolli, sia del mercato immobiliare che di quello azionario, stanno però mettendo in evidenza come quell’epoca stia volgendo al termine, anzi, probabilmente è già finita. Nell’ultimo mese alcuni grandi player del mercato azionario cinese sono stati addirittura costretti a sospendere le negoziazioni. Gli investitori sembrano letteralmente in preda al panico, per questo motivo si stanno riversando in massa su Bitcoin.

Nonostante le autorità di Pechino abbiano vietato sia il mining che il trading di questo asset, esiste una sorta di zona grigia in cui è possibile operare. Il divieto può essere infatti facilmente aggirato, dato che è sempre rimasto consentito utilizzare exchange crypto come  Binance e OKX.

Criptovalute in Cina un mercato sotterraneo e fiorente 

A favorire la fuga di capitali verso Bitcoin anche la notevole familiarità dei cinesi con la più nota valuta digitale, il discorso vale sia per i grandi investitori che per i retail, numerosissimi nel gigante asiatico. Fino al 2021, anno in cui il Partito Popolare Cinese lo ha vietato, la domanda per Bitcoin in Cina era infatti elevatissima. La nota piattaforma Chainalysis afferma inoltre che nel 2023 il volume degli scambi peer-to-peer in Cina è salito al 13esimo posto al mondo. Un passo in avanti enorme rispetto al 144esimo posto del 2022.

Sempre secondo Chainalysis, nel complesso il mercato crypto cinese ha fatto registrare transazioni per 86,4 miliardi di dollari tra luglio 2022 e giugno 2023, con una percentuale di grandi transazioni (ovvero tutte quelle comprese nel range tra 10mila e 1 milione di dollari) che si attesta addirittura al 3,6%, quasi il 50% in più rispetto alla media del resto del mondo. In buona sostanza, al momento, il mercato sotterraneo di Bitcoin e delle valute digitali, ufficialmente vietate, in Cina è in crescita esponenziale.

Fuga di capitali dall’azionario alle crypto: quando accadrà in Europa?

Secondo diversi analisti ed esperti del mercato crypto uno scenario simile potrebbe presto verificarsi anche nel mondo occidentale, andando ad innescare una forte domanda per tutte le principali criptovalute. L’Europa in modo particolare sembra destinata ad una medesima di fuga di capitali dall’azionario. Visto l’altissimo rischio di recessione – il PIL della Germania, principale economia europea, nel 2023 si attesta al -0,2% – l’attività  industriale contratta e l’economia stagnante, l’acquisto di BTC, ormai sempre più “accettato” e recepito come un vero e proprio asset da un numero sempre crescente di realtà finanziarie, si fa sempre più allettante.

Bitcoin come bene rifugio: gli scenari possibili in Europa 

Allo stesso tempo però c’è anche chi fa notare come una recessione accompagnata dal crollo del mercato azionario potrebbe innescare una forte pressione di vendita su Bitcoin, analogamente a quanto accaduto durante il cigno nero del marzo 2020. Altri analisti evidenziano invece come potrebbe teoricamente avvenire l’esatto contrario, con Bitcoin che andrebbe a fungere da vero e proprio bene rifugio per i grandi capitali. Tutto dipenderà da quanta fiducia verrà riposta in questo asset rivoluzionario, arrivato probabilmente al momento “dell’esame di maturità”.

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