Bitcoin torna a mostrare i muscoli superando la soglia dei 46mila dollari. Contestualmente un report di CryptoQuant getta nuova luce sui motivi che hanno determinato la discesa dei prezzi a partire dall’11 gennaio 2024, dopo l’approvazione degli ETF.
Bitcoin torna a salire dopo la discesa di metà gennaio
Il prezzo di Bitcoin (BTC) negli ultimi dodici mesi è aumentato in maniera consistente. A inizio 2024 la regina delle crypto ha fatto segnare un picco di crescita del 160%, arrivando a toccare i 49mila dollari l’11 gennaio, giorno dell’approvazione dei primi ETF Spot su Bitcoin. Questo andamento ha alimentato le speranze dei rialzisti di riuscire a toccare l’ATH di 69mila dollari del 2021 in tempi relativamente rapidi, cosa che però non è ancora accaduta.
Da quella data in poi le quotazioni di Bitcoin sono invece calate in maniera abbastanza repentina, trainandosi dietro il resto del mercato crypto, arrivando a scendere sotto i 40mila dollari. Alla base della discesa le prese di profitto conseguenti al rally del 160 % in dodici mesi e l’effetto “sell the news”, concretizzatosi in seguito all’approvazione degli ETF.
L’analisi: “Bitcoin frenato dalle vendite dei miner”
Ma ciò non basterebbe a spiegare quanto accaduto, almeno secondo quanto emerso da un report della società di analisi dati CryptoQuant, specializzata in valute digitali, che negli ultimi giorni occupa le home page delle principali testate internazionali con focus sulla cripto-finanza.
Dal documento si evince una sostanziale riduzione delle riserve di Bitcoin dei miner in seguito all’approvazione degli ETF Spot su Bitcoin. Le riserve sono infatti scese al livello più basso da tre anni a questa parte. Ma per quale motivo i miner hanno venduto ingenti quantità dei loro bitcoin in seguito all’approvazione degli ETF?
Bitcoin, per i miner sta per cambiare tutto
Alla base delle vendite ci sarebbe il bisogno di liquidità per finanziare nuovi investimenti, che si renderanno necessari in seguito all’imminente dimezzamento delle ricompense, che si concretizzerà ad aprile, con il quarto halving di Bitcoin. Per rimanere realtà virtuose, le compagnie che operano nel settore del mining dovranno necessariamente ridurre le spese per i propri impianti.
“In questo momento i miner vendono token perché hanno bisogno di fondi in vista di tempi più duri per i guadagni, dopo l’halving di aprile, quando le ricompense verranno dimezzate”, ha spiegato Matthew Sigel, responsabile analisi e ricerca di VanEck. Questa pressione di vendita da parte dei miner si sarebbe ridotta negli ultimi giorni, e sembrerebbe essere uno dei motivi alla base della risalita di Bitcoin, il cui prezzo si attesta al momento sui 46mila dollari.
Bitcoin, segnali incoraggianti dalle balene
Ad alimentare ulteriormente la crescita ci sarebbero inoltre i movimenti di diverse balene. Molti grandi investitori su larga scala avrebbero infatti accumulato Bitcoin poco prima dell’inizio dell’ultima impennata dei prezzi, attualmente in corso. A metterlo in evidenza sono le analisi on-chain di LookOnChain, che evidenziano movimenti per 2.741 BTC, per un volume complessivo di 118 milioni di dollari, soltanto su Binance.
Nel complesso è tutto il mercato crypto che sembra mostrare una sempre maggiore maturità, palesata dalla costante crescita della capitalizzazione di mercato totale, attualmente di 1,79 trilioni di dollari.
Sono un Content Editor che ha scritto oltre 7.000 articoli per magazine e testate giornalistiche. Oggi mi occupo principalmente di cronaca finanziaria, politica e attualità e per Broker-Forex.it scrivo per la sezione news su crypto e Bitcoin.