Banca Centrale Russa: si punta a raddoppiare i tassi di interesse

La pressione sull’economia russa è alle stelle, al punto che il rublo dovrebbe essere di nuovo sotto un all-time high per via della sua trainante inflazione. Per questo motivo e dunque per evitare un inasprimento della sua valuta fiat si è pensato bene di raddoppiare i tassi di interesse: dal 9,5% al 20%, ignorando la portata di questo passaggio su scala nazionale. A tal proposito abbiamo assistito ad un’impennata della stablecoin Tether (USDT) contro il rublo russo (RUB), confermando l’impatto negativo della guerra sul sistema finanziario.

La stessa piattaforma exchange di Binance conferma quanto finora previsto e cioè che il rublo sta soffrendo a causa di una forte inflazione, per effetto delle drastiche sanzioni all’economia nazionale. In questo scenario si spiega a cosa ha portato il superamento di USDT sui rubli. La situazione è drammatica con un prezzo di mercato che poteva essere anche gestito sotto gli 80 rubli, ma con l’inizio della guerra Russia-Ucraina è andato oltre le aspettative, superando i 90 rubli fino ad arrivare al picco attuale.

Per questo motivo i legislatori russi hanno puntato tutto sui tassi, nella speranza che cambi il tipo di modulazione al di là delle pesanti perdite sul campo. Una speranza che è destinata ad incrinarsi soprattutto dopo l’approvazione da parte dei membri dell’Unione Europea circa la possibilità di infliggere un nuovo pacchetto di sanzioni tra cui spicca quella rimuovere le banche russe dal sistema SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication).

Questa decisione ha fatto infuriare Putin, perché in questo modo si impedisce loro di operare in tutto il mondo. Infatti è tesa a bloccare le esportazioni e le importazioni russe. Da qui il monito del Cremlino ad alzare la barriera difensiva nucleare, proprio come risposta ad un provvedimento finalizzato ad annullare l’economia russa. Inoltre bloccando i beni della banca centrale della Russia si andrà a congelare tutte le transazioni rendendo impossibile per la Banca Centrale liquidare i propri asset.

A ciò bisogna aggiungere un altro dato interessante e cioè che il rublo ancor prima della guerra viveva un momento critico. Se a questa base scricchiolante aggiungiamo il declino del suo valore con la perdita del suo potere di spesa del 30% per via dell’inflazione. è facile dedurre che per Putin questa guerra non sarà per nulla facile con una serie di ripercussioni sul piano nazionale. Tenendo bene a mente che il governo ha nelle ultime ore chiesto alle aziende russe di vendere l’80% delle loro entrate in valuta estera dato che è reale il timore di un blocco che possa svalutare la moneta nazionale. In questo scenario raddoppiare i tassi di interesse significa allungare le aspettative del mercato che sembra muoversi con molta fatica braccato da sanzioni e debiti pubblici oramai insanabili. A questo punto si spera che Putin si renda conto di quello che sta provocando nell’economia del suo Paese. Solo così la guerra può essere fermata.

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