Quello che sta succedendo ai Bitcoin può davvero innescare uno squilibrio all’interno del mercato. Infatti il passo indietro del loro prezzo che è scivolato 40.000 dollari si è verificato mentre le whale si muovevano per vendere BTC per un valore di 671 milioni di dollari. In siffatto contesto questo lunedì sarà ricordato che un giro di boa significativo per il token che stava per raggiungere nuovi massimi. Ora gli analisti iniziano a chiedersi cosa sia davvero successo ai Bitcoin.
Il crollo improvviso dei Bitcoin è stato causato dall’intervento delle whale
Dall’inizio di dicembre gli investitori hanno evitato di assumere rischi elevati nel commercio dei derivati, ora però è accaduto l’irreparabile dato che il prezzo del Bitcoin è crollato per la prima volta in quasi tre settimane. Il mercato si aspettava una continuazione rialzista fino a quando la Securities & Exchange Commission (SEC) non approverà un ETF spot su BTC nel gennaio 2024. Tuttavia, l’improvviso calo del mercato ha sorpreso gli investitori, il che ha portato alla rottura di questo ottimismo causato dalla vendita delle whale.
Infatti sono state proprio loro a mandare in crash il mercato che è quasi sceso sotto i 40.000 dollari nelle ultime 24 ore dopo aver liquidato contratti lunghi per un valore di oltre 340 milioni di dollari nel giro di pochi minuti. Sebbene la ragione precisa dietro questo crollo sia incerta, la ragione più plausibile è la loro vendita forzata. Tale analisi deriva da un focus di Coinbase secondo cui il Premium Gap (CPG) che rileva che il premio è sceso a -250. Stiamo parlando di un indicatore che traccia la differenza tra il prezzo del Bitcoin quotato su Coinbase (coppia USD) e Binance (coppia USDT). Ciò fornisce un’idea se gli investitori dominanti negli Stati Uniti (Coinbase) o gli utenti globali (Binance) acquistano o vendono più degli altri. Nello specifico ogni volta che questo divario di premio è positivo si ritiene che siano gli investitori statunitensi a guidare gli acquisti, mentre un valore negativo punta agli utenti globali, creando una pressione d’acquisto.
A questo punto dato che l’indicatore è crollato si immagina che ci sia stato un intervento da parte delle whale. Ciò è stato ulteriormente verificato dal calo delle riserve valutarie di Binance, che ha rilevato la vendita di circa 16.000 BTC per un valore di oltre 671 milioni di dollari accumulati nell’ultima settimana. Questa svendita ha causato il panico tra gli utenti, provocando un crollo del 7% durante le ore di negoziazione intraday, che ha visto BTC scendere al minimo a 40.654 dollari. Da allora la criptovaluta si è ripresa, scambiando a 41.839 dollari al momento in cui scriviamo.
Nonostante però lo scatto dei BTC, la perdita fa ragionare sulla sua endemica volatilità che non si riesce a piegare. Per gli investitori questo passaggio al ribasso preannuncia una certa sfiducia confermando l’instabilità del token nei tempi di crisi. Dall’inizio di dicembre, i trader si sono astenuti dall’assumere rischi elevati nel mercato dei derivati. Ciò è evidenziato dal calo del rapporto di leva finanziaria. Il crollo di oggi probabilmente alimenterà questo scetticismo e impedirà ai trader di fare grandi scommesse fino a gennaio.
Da anni sono copywriter e redattore di blog di tematiche finanziarie ed economiche. Tra le mie passioni il mondo delle criptovalute, Bitcoin e degli investimenti online.