Venezuela Crypto: una tassa del 20% scoraggia gli asset digitali

In Venezuela è stata approvata una norma che prevede una dura tassazione per tutte le transazioni di natura digitale. In questo modo il governo cerca di incentivare l’utilizzo della valuta nazionale, in modo da allontanare sempre di più lo spettro di una moneta digitale a corso legale. Si tratta di un’operazione che mira ad indebolire le criptovalute dopo il loro sempre più crescente successo su base nazionale.

Con questa nuova legge repressiva il Venezuela si augura di ottenere un continuativo beneficio sfavorendo l’uso delle criptovalute su larga scala. Tassando pesantemente le transazioni finanziarie in criptovalute come Bitcoin (BTC) ci si augura che ci sia un ritorno all’utilizzo della moneta corrente che ultimamente stava perdendo molta forza sul piano pratico. Per questo motivo il governo ha richiesto alle aziende e ai privati ​​​​locali di pagare fino al 20% per tutte quelle operazioni che verranno fatte con gli asset digitali.

In siffatto contesto il disegno di legge ha come scopo ben preciso quello di raccogliere fra il 2% e il 20% sulle transazioni in valute diverse dalla valuta fiat nazionale (bolivar venezuelano) o la criptovaluta ufficiale (Petro). Con dati alla mano il valore da capitalizzare è piuttosto alto considerando l’elevato numero di utenti che ogni giorno investono nel mercato digitale con una perdita automatica dell’uso della valuta nazionale che solo negli ultimi mesi ha perso oltre il 70% del proprio valore.

Quello che non piace agli investitori è l’aver presentato questa proposta come una necessità sul piano della sicurezza nazionale con lo scopo di garantire un trattamento eguale o più favorevole ai pagamenti e alle transazioni effettuati nella valuta nazionale e quindi indicando la criptovaluta come minaccia per la tutela dei dati e dei fondi degli investitori venezuelani. E’ una presa di posizione che farà sicuramente discutere considerando che le criptovalute hanno in Venezuela un giro d’affari incredibile. In tal senso si calcola che l’adozione dei BTC nel Paesi è salita alle stellen egli ultimi anni con migliaia di aziende locali che hanno iniziato ad accettare la criptovaluta come mezzo per sopravvivere all’iperinflazione. Insomma un vero e proprio salvagente per l’economia nazionale che ora rischia un nuovo crollo a causa di questa pesante tassazione che influisce negativamente sugli investimenti tramite criptovaluta.

Si tratta di un vero e proprio colpo al cuore del sistema digitale finanziario del Paese dato che in questo modo si cerca di ridurre il potere degli asset. Non sappiamo se alla fine dei conti questo provvedimento serva nell’intento di destabilizzare le cripto in Venezuela, quello che è certo è di sicuro un ritorno all’utilizzo della moneta nazionale dopo che c’era stata una graduale fuga verso gli strumenti digitali. A questo punto è chiara la posizione del Venezuela che non intende scongiurare l’inflazione servendosi delle criptovalute.

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