Un difetto nell’aggiornamento del codice della blockchain di ICON ha generato un errore che ha provocato molti danni all’azienda. In particolare un utente esperto è arrivato a coniare ripetutamente 14 milioni di token ICX per via di un bug, autorizzandogli la possibilità di intentare una causa legale per tenerli nel proprio wallet.
Secondo le sue motivazioni la blockchain di riferimento non ha fatto nulla per impedire questo passaggio, rendendolo addirittura un processo naturale nell’acquisizione dei dati della cripto. E’ chiaro che si tratta di un errore da parte di ICON che a questo punto rischia seriamente di soccombere alle richieste del suddetto utente.
Il querelante Mark Shin, l’utente che ha scovato la falla, ha dichiarato che la ICON Foundation ha sbagliato nella formulazione del codice integrato nella sua blockhain autorizzando la trasmissione del capitale.
Per questa ragione intende fargli causa per ottenere un rimborso. A nulla servirà il loro congelamento fondi, dato che sulla carta l’utente ha agito secondo le istruzioni fornite e sfruttando le operazioni consentite dalla piattaforma. Scoprendo un bug nel codice di ICON dopo un aggiornamento software ad agosto 2020, Shin ha autorizzato il passaggio di 25.000 nuovi token nativi ICX che sono automaticamente apparsi nel suo wallet.
In seconda battuta Shin ha detto che “gli autori e sviluppatori dell’aggiornamento software potrebbero non aver pianificato che la proposta sul network si comportasse in questo modo” ma quello che gli viene imputato dagli avvocati della ICON è la sua iniziativa successiva che gli ha consentito di essere il nuovo legittimo proprietario dei token pur sapendo che il codice avesse un difetto alla base.
Posizione respinta dal giudice che invece ha supportato le rivendicazioni amministrative di Shin sui suoi possibili diritti di proprietà sui token considerando le procedure di ICON Foundation non appena ha realizzato la falla nel sistema operativo. Ovviamente questo scenario ha creato un precedente.