Ripple vs Dogecoin: scontro sulle dinamiche inflazionistiche

Scontro al vertice tra il CEO di Ripple e Dogecoin sul terreno delle dinamiche inflazionistiche. Il motivo della controversia è legato al cambio di protocollo scelto da Dogecoin che è passato ad un’offerta illimitata dopo un percorso che sembrava definito.

Partendo dal presupposto che il CEO di Ripple non ha mai considerato valida la valuta digitale meme Dogecoin (DOGE), la sua contestazione nasce come reazione alla condotta irregolare di DOGE che a suo dire andrebbe ad influire negativamente il mercato delle criptovalute per alcune presunte dinamiche inflazionistiche.

In siffatto contesto con il rimbalzo del prezzo dei BTC, Dogecoin rischia di perdere numerose adesioni mettendo seriamente a rischio il capitale totale dell’operazione. Di conseguenza si va a creare uno scenario precario che mina l’equilibrio stesso del settore. Per questo motivo il CEO di Ripple pensa che Dogecoin non sia positivo per il mercato crypto ma che anzi vada a destabilizzare le fondamenta con le sue pratiche mutabili. Tenendo bene a mente che non ha un limite fisso sull’offerta totale di unità in circolazione, il che lo rende differente da altre grandi criptovalute come Bitcoin.

In questo scenario il CEO di Ripple ha aggiunto una dichiarazione molto forte che non è stata ben recepita dal mercato dato che ha definito DOGE :”un gioco creato per scherzo ma che poi ha ricevuto spinte da alcune figure di alto profilo come Elon Musk”. Insomma non ha usato mezzi termini per definire lo spirito ludico della moneta che secondo lui dovrebbe essere esclusa dalle principale piattaforme per la gestione delle cripto. Successivamente ha anche ribadito il suo ottimismo circa lo slancio generale delle crypto nel 2022 grazie ai progressi normativi adottati nel Regno Unito, Singapore, EAU, Giappone e altri paesi, ma ha confermato la sua posizione in merito alla necessità di delistare DOGE dall’universo delle criptovalute.

Lascia un commento