News Bitcoin: l’hash rate crolla al 46%

Uno dei parametri di riferimento per calcolare la potenza complessiva di una moneta digitale è sicuramente l’hash rate. Nel caso dei Bitcoin siamo su un valore che oramai è crollato al 46% innescando una serie di conseguenze negative sull’andamento della cripto nel mercato online. In tal senso siamo di fronte ad uno status tra i più bassi degli ultimi 8 mesi, complice la strategia al ribasso del governo cinese che chiudendo i miner operanti ha contribuito di fatto al declassamento delle cripto in oggetto.

BTC

In siffatto contesto ci troviamo in una situazione limite da cui è impossibile recuperare terreno. Troppi divieti e annunci al ribasso che hanno letteralmente messo in crisi il sistema con un numero sempre crescente di operazioni di mining votate alla chiusura. Oramai investire BTC in Cina sta diventando un’impresa fallimentare. Da questo punto di vista è naturale la preoccupazione degli investitori che temono per il loro capitale investito.

Per questa ragione può essere importante valutare l’entità dell’hash rate, perché in questo modo possiamo valutare la tenuta della moneta sotto i contraccolpi del mercato soprattutto dopo le recenti dichiarazioni del governo cinese che starebbe per vietare l’uso delle criptovalute. Non è un caso quindi che la redditività del mining sia diminuita con soglie sotto i 0,226$. Di conseguenza risulta comprensibile la preoccupazione degli azionisti che non riescono a trovare una strategia per evitare il peggio.

In passato già abbiamo visto situazioni analoghe che però sono state ampliamente superate da nuovi annunci e inediti scenari. Ora però le condizioni sembrano irreversibili. Se noi avessimo avuto un hash rate più alto avremmo avuto una maggiore concorrenza fra i miner per la convalida dei blocchi, ma ora dato che l’attività del mining è chiusa, niente sarà più come prima. A questo punto gli investitori valutano altre strade per riuscire a salvare i capitali investiti.

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