La DeFi indietreggia mettendo in crisi il mondo delle crypto

Una delle più grandi defezioni del mercato finanziario digitale è quella di Andre Cronje, considerato il mentore e fondatore della DeFi. Con la sua scelta il mondo delle crypto è destinato a collassare non solo per la sua visione di insieme ma anche per la crescente sfiducia verso la finanza centralizzata. Si tratta di dimissioni che pesano dato che ha voluto dissociarsi da qualsiasi coinvolgimento nel mondo crypto anche per effetto delle conseguenze della guerra sul piano economico. Al momento la sua uscita di scena sembra inevitabile soprattutto dopo aver disattivato il suo account Twitter a dimostrazione di voler chiudere una volta e per tutto con il settore che gli ha dato fama e successo.

 

E’ chiaro che in questo scenario sono sorte una serie di preoccupazioni circa il destino delle 25 applicazioni decentralizzate (DApps) e dei servizi che hanno gestito fino ad ora. Il timore è che vengano convertite in piattaforme di altro genere andando a ridimensionare il mercato della DeFi che in realtà sta facendo un passo indietro rispetto ai suoi esordi. Se la DeFi perde il suo valore di intervento, inizia a venire meno anche il tipo di contrattazione offerto dalle criptovalute. In tal senso sono tante le app e i servizi a rischio, tra questi troviamo: yearn.fi, keep3r.network, multichain.xyz, chainlist.org, bribe.crv.finance e il nuovo solidly.exchange.

Ovviamente la reazione della community a questo colpo di scena non si è fatta attendere laddove la delusione si è trasformata in rabbia. In effetti vanno a penalizzare gli investitori che ora avranno uno strumento in meno per il proprio trading. Si tratta di un ostacolo vero e proprio che si aggiunge al crollo dei prezzi e del TVL dopo l’annuncio. In sostanza i progetti associati alla DeFi perderanno lustro e adesioni, con la possibilità che vengano completamente accantonati. E’ vero che alcuni di essi sono in esecuzione in modo indipendente da anni, ma non è detto che possano sopravvivere a questa ondata di crolli.

Fortunatamente c’è qualche eccezione come Yearn.finance che ci ha tenuto a precisare la sua posizione in merito a questa faccenda. Ebbene sia gli utenti che gli investitori non avranno conseguenze sul funzionamento quotidiano dell’aggregatore di rendimenti DeFi. Di conseguenza non è tutto perduto come sembrerebbe anche se sono in molti a credere che questo progetto non avrà vita facile dati i venti di guerra in corso. Sicuramente una prima conseguenza c’è stata dato che sia i prezzi di Yearn (YFI) che di Fantom (FTM) sono crollati subito dopo il tweet in cui diceva di abbandonare tutto. Yearn è sceso del 10%, passando da 20.000 a 18.000 dollari, per poi riprendersi nei giorni successivi ma FTM ha invece perso il 20%. Per questo motivo crediamo che la situazione possa sfuggire di mano agli investitori.

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