ETF Ethereum a rischio: la SEC fa tremare gli investitori

L’eventuale approvazione degli ETF su Ethereum è uno dei temi più caldi in ambito cripto. Se ne parla da mesi e molto probabilmente se ne parlerà ancor di più da qui al 23 maggio 2024, data entro la quale la SEC dovrà pronunciarsi definitivamente sulla questione.  Un ETF su una criptovaluta diversa da Bitcoin (BTC) rappresenterebbe una vera e propria svolta per il comparto crypto, potrebbe infatti – teoricamente – aprire le porte della finanza tradizionale ad altre ALT coin. Il percorso non sembra però privo di ostacoli, anche abbastanza importanti. La questione più significativa per le sorti dell’ETF Spot su Ethereum è relativa alla natura di Ethereum (ETH) in quanto commodity o security. Fino a qualche tempo fa anche la SEC definiva la blockchain ideata da Vitalik Buterin come una commodity. Ma da quando a capo dell’agenzia c’è Gary Gensler l’approccio sembra essere cambiato.

ETF EThereum

Investimenti: differenza tra commoditysecurity 

Per comprendere la questione è fondamentale spiegare la differenza tra security e commodity in ambito finanziario. Quando parliamo di commodity ci riferiamo a beni caratterizzati da un valore intrinseco. Tra questi troviamo, ad esempio, oro, petrolio, animali da allevamento, ma anche Bitcoin, come confermato dalla stessa SEC nel 2019.

Quando parliamo di security ci riferiamo invece a società quotate in borsa, obbligazioni e numerosi altri prodotti di investimento. In estrema sintesi possiamo affermare che le securities rappresentano diritti di proprietà o debito in un’entità finanziaria, mentre le commodities sono da intendere come beni fisici negoziabili. Esiste addirittura un test, noto come Howey Test, per definire tale differenza.

Commodity o Security? Come funziona l’Howey Test

Stando ai parametri dell’Howey Test, una security può essere definita tale se soddisfa questi quattro elementi:

  • Investimento in denaro
  • Impresa comune
  • Aspettativa di profitto
  • Profitto derivato dagli sforzi di altri

Va da sé che definire in tal senso le criptovalute possa risultare a dir poco complesso. La discussione su Bitcoin, ad esempio, è durata fino al 2019, quando la SEC ha definitivamente stabilito che la prima criptovaluta per capitalizzazione di mercato non è una security, in quanto soddisfa solo il primo criterio dei quattro.

Ethereum è una security? La SEC non sa (o non vuole) dirlo

Vista la superficialità dell’attuale quadro normativo USA in ambito crypto, in questo momento è sostanzialmente impossibile ipotizzare se la SEC consideri Ethereum una commodity o una security. Ciò che però è certo è che l’ETF su Ethereum verrà approvato solo e unicamente nel primo caso.

Durante una recente intervista concessa a Bloomberg, Gary Gensler, capo della SEC, ha deliberatamente evitato di pronunciarsi in merito alla questione, ormai sempre più dibattuta e divisiva negli Stati Uniti. Queste le sue parole in risposta alla domanda diretta su Ethereum e la sua classificazione come commodity o security: “Per ognuno di questi token contano fatti e circostanze.

Ovvero se gli investitori si auspichino o meno un profitto come conseguenza dell’impegno e del lavoro di altri (Gensler sta palesemente facendo riferimento al quarto punto del sopracitato Howey test, ndr), ma ci sono già dei grossi interessi in ballo, quindi non mi esprimerò sulla questione”.  Quando parla di interessi in ballo il numero uno della SEC fa  riferimento alle numerose richieste di approvazione di ETF su Ethereum recentemente presentate da istituti finanziari americani.

ETF Ethereum, preoccupazione tra gli investitori

Le ultime “non-dichiarazioni” di Gensler hanno gettato nel panico i più pessimisti tra gli investitori, che hanno interpretato il suo ennesimo rifiuto a rispondere alla domanda come un segnale d’allarme.  Una preoccupazione comprensibile, a ormai meno di tre mesi dalla fatidica data del 23 maggio. In passato Gensler aveva già manifestato l’intenzione di non pronunciarsi sulla classificazione di Ethereum, sottolineando come le norme di legge statunitensi non permettano di dare una risposta certa, dato che al momento sarebbero “tutt’altro che chiare”.

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