Il 13 febbraio 2024 il prezzo di Bitcoin (BTC) ha superato i 50mila dollari per la rima volta in oltre due anni. L’analisi on-chain evidenzia come, parallelamente all’aumentare del valore di mercato dell’asset, siano aumentati proporzionalmente anche gli acquisti da parte delle cosiddette balene, ovvero i possessori di almeno 1000 Bitcoin. I movimenti pongono in luce una vera e propria fase di accumulo da parte dei grandi investitori, che sembrano estremamente fiduciosi.
“Don” Peter Thiel scommette su Bitcoin ed Ethereum
È in questo contesto che si va ad inserire una notizia per certi versi clamorosa, lanciata oggi in esclusiva da Reuters e al momento al centro dell’attenzione “crypto-mediatica” mondiale. Peter Thiel, popolarissimo investitore e politico statunitense, nonché co-founder di PayPal – noto per essere stato soprannominato il “Don” della cosiddetta “PayPal Mafia” – ha investito 200 milioni di dollari in Bitcoin ed Ethereum (ETH). Le operazioni sono iniziate nelle prime fasi dell’attuale mercato rialzista, con il prezzo di Bitcoin sotto i 30mila dollari. Thiel ha operato tramite il suo fondo di investimento, Founders Fund, che gestisce nel complesso 11 miliardi di dollari.
Peter Thiel e il trading su Bitcoin nelle precedenti bullrun
Già in passato il fondo ha effettuato investimenti in criptovalute, dimostrando sempre ottimo tempismo. Il primo investimento è infatti arrivato all’inizio del mercato rialzista del 2017 – 2018. Una seconda fase di acquisto è stata poi effettuata durante il rally del 2021. Thiel è sicuramente un supporter di Bitcoin e delle criptovalute, ma non può essere considerato un vero e proprio holder, dato che opera con un fine prettamente speculativo anche sul breve-medio termine. Nel marzo del 2022, appena prima che iniziasse il vero e proprio bear market, ha infatti venduto quasi tutte le sue criptovalute. Tramite questa vendita Founders Fund è riuscita a portare a casa ben 1,8miliardi di dollari.
Michael Saylor spiega la crescita di Bitcoin: “Ci sono 10 anni di domanda repressa”
A rafforzare il sentiment rialzista anche le parole di un altro storico grande investitore, senza ombra di dubbio uno dei principali sponsor di Bitcoin nella finanza tradizionale, Michael Saylor. Secondo il presidente di MicroStrategy, in questa fase Bitcoin starebbe “prezzando un decennio di domanda repressa”. In altre parole gli aumenti degli ultimi periodi sarebbero diretta conseguenza dello sdoganamento degli asset digitali nella finanza tradizionale, un percorso che è in realtà ancora agli albori, ma inizia già a dare i primi risultati concreti. Merito ovviamente dell’approvazione degli ETF Spot su Bitcoin.
“Al momento la domanda – spiega infatti Michael Saylor – per gli ETF Spot su Bitcoin è superiore del 1000% rispetto a quella per i BTC estratti dai miners. Questo accade perché ci sono 10 anni di domanda repressa. Gli investitori più tradizionali non aspettavano altro che questi ETF per poter finalmente iniziare a investire in Bitcoin. Sono questi i motivi alla base dei rialzi”.
Bitcoin, l’effetto cumulativo delle balene
L’accumulo di Bitcoin recentemente messo in atto dai grandi player finanziari può impattare in maniera diretta sulle dinamiche di mercato. Ciò avviene in primis per effetto della riduzione di moneta circolante. Quando questa si va a combinare con una domanda in aumento – ma anche con l’aumento di interesse da parte di investitori istituzionali – si possono andare a determinare repentine pressioni al rialzo sui prezzi. Tendenzialmente gli analisti finanziari considerano l’accumulo da parte delle balene un segnale molto positivo per Bitcoin. Tuttavia – anche tenendo conto dell’estrema volatilità dell’asset e della giovane età di tutto il mercato crypto – non garantisce in alcun modo una crescita immediata dei prezzi
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