I recenti dati sul trading asiatico mostrano una minor propensione da parte degli investitori alle dinamiche delle criptovalute. In questo scenario abbiamo registrato un calo sulle borse asiatiche nonostante i numeri dell’indice dei prezzi al consumo (CPI). Per questo motivo c’è molta aspettativa da parte dei mercati che stanno ottenendo un nuovo riscontro nella giornata di negoziazione asiatica dove troviamo le due maggiori criptovalute che continuano a scrollarsi di dosso le ondate al ribasso delle precedenti settimane.
I cali di BTC ed Ether possono essere riscattati?
All’inizio della mattina i BTC e gli ETH hanno dato un’immagine distorta di quello che stava succedendo realmente nel mercato asiatico. Così mentre i primi si sono rivelati calanti con una perdita dello 0,4% a 29.451$, ETH li ha seguiti anche se di poco con un margine inferiore dello 0,1% a 1.851$. In questo scenario l’indice di mercato CoinDesk (CMI) è in calo dello 0,39%. A tal proposito con questi dati sembra che le criptovalute non sono influenzate dagli ultimi numeri dell’indice dei prezzi al consumo (IPC), che hanno mostrato una modesta crescita dell’IPC, in linea con quanto previsto dagli economisti.
Basti pensare che nel mese di luglio il valore relativo all’indice dei prezzi al consumo (IPC) è aumentato dello 0,2% e l’IPC core, esclusi alimentari ed energia, è aumentato dello 0,2%. L‘IPC si calcola su base annua ed è effettivamente aumentato del 3,2% mentre l’IPC core è aumentato del 4,7%, portando a una minore probabilità di un aumento dei tassi di interesse della Federal Reserve a settembre, come parte di una politica in corso per combattere l’inflazione. Questi numeri avrebbero dovuto incidere pesantemente sulle dinamiche dei BTC portandoli a superare i 30.000$. Eppure questo prevedibile scenario non si è ancora verificato, lasciando gli analisti disorientati e confusi.
Su questa lunghezza d’onda emergono tante ragioni che potrebbero aver influito in questo calo nonostante le ottime condizioni operative. Nello specifico avanza la tesi di CoinDesk, secondo cui gli analisti e le parti interessate delle società di trading di criptovalute indicano l’incertezza sull’approvazione da parte della SEC di un ETF bitcoin spot, con i minatori che prendono profitti prima del dimezzamento di Bitcoin. Senza dimenticare una reale carenza alla partecipazione al mercato al dettaglio con una forte resistenza nel trading di derivati. Insomma si tratta di tanti fattori che potrebbero aver contribuito a un trading range ristretto e a una volatilità soppressa.
Queste dinamiche potrebbero spiegare in parte quello che sta succedendo in casa BTC incapace di riscattare la propria posizione ma soprattutto impreparato a trascinare gli altri in una dimensione rialzista. Di contro una buona fetta di trader impegnati sul campo è invece convinta che questa resilienza possa portare a dei risultati incredibili con i BTC pronti a trasformarsi in una buona riserva di valore in questi giorni. Da qui infatti si dovrebbero gettare le basi per una solida ripartenza che dovrebbe vedere le criptovalute pronte a sfiorare le soglie limite. Il problema è che il trading asiatico è come ceco di fronte ai riscatti ottenuto nell’economia americana, dimostrando una forte spaccatura dei mercati internazionali.
Da anni sono copywriter e redattore di blog di tematiche finanziarie ed economiche. Tra le mie passioni il mondo delle criptovalute, Bitcoin e degli investimenti online.