Nel bel mezzo di una guerra energetica, la Banca centrale russa ha deciso di stupire tutti accettando dopo una serie di contrattazioni di ufficializzare la sua apertura alle criptovalute con lo scopo di supportare i pagamenti transfrontalieri. Si tratta di un passaggio significativo che arriva in un momento cruciale per l’economia del Cremlino pressata da numerose sanzioni che mirano a piegarla sul piano commerciale. La notizia ha lasciato tutti senza parole considerando che la Banca di Russia si è sempre mostrata contraria all’idea di utilizzare le criptovalute come metodo di pagamento. In quest’ottica si ritiene che siano stati i cambiamenti geopolitici a spingerla a cambiare rotta.
La Banca centrale russa apre ai pagamenti in monete digitali
Ripensando alla situazione geopolitica la Banca centrale russa ha pensato bene di cambiare approccio verso la regolamentazione delle criptovalute. Per questa ragione ha deciso di concordare con il Ministero delle finanze un piano per legalizzare le cripto in merito ai pagamenti transfrontalieri. Siamo di fronte ad una svolta sul piano operativo da parte di un Paese che aveva minacciato di boicottare l’intero sistema digitale. Per il viceministro delle finanze Alexei Moiseev è una necessità più che una scelta, in un contesto politico che si presta a decisioni di emergenza.
A ciò si aggiunge un’altra considerazione di fondo legata al fatto che negli ultimi mesi con la Guerra in Ucraina è cresciuto il numero di russi che ha iniziato ad affidarsi a piattaforme straniere per abilitare i servizi crittografici locali in Russia. Per questo si ritiene necessario farlo in Russia, coinvolgendo entità vigilate dalla banca centrale che di fatto sulla carta sono obbligate a rispettare i requisiti antiriciclaggio. Quello che però lascia perplessi è la velocità di questa decisione dato che fino a qualche giorno fa i legislatori russi si erano opposti all’idea di utilizzare le criptovalute come metodo di pagamento.
In siffatto contesto è chiaro che le cose sono cambiate. Basti pensare che nel 2020 fece scalpore l’approvazione di una legge sulle criptovalute che vietava ufficialmente il loro uso ad ampio raggio. Furono colpiti asset come Bitcoin (BTC) a scopo di pagamento. Ora la musica è decisamente diverse a fronte di uno scenario internazionale che merita misure urgenti per evitare un crollo sul piano economico. Di conseguenza è stato necessario mettere da parte lo scetticismo in modo da assicurare alle finanze dello Stato un futuro. Di contro chi voleva proteggere il rublo russo come unica moneta a corso legale nel Paese ha dovuto necessariamente ricredersi e accettare la nuova situazione che potrebbe avere degli sviluppi a lungo termine.
Concludendo la sensazione generale è che questa misura non sia temporanea ma anzi una condizione inevitabile per assicurare una continuità all’economia nazionale. In tal senso è stato lo stesso presidente russo Vladimir Putin ad affermare che è arrivato il tempo di utilizzare le criptovalute per gli scambi di risorse energetiche come petrolio e gas in modo da alimentare una politica economica capace di reggere il contraccolpo delle dinamiche restrittive volute da tutti gli alleati degli Stati Uniti.
Da anni sono copywriter e redattore di blog di tematiche finanziarie ed economiche. Tra le mie passioni il mondo delle criptovalute, Bitcoin e degli investimenti online.