I Bitcoin a rischio per riduzione mining | L’hash rate continua a crescere

Attualmente i Bitcoin sono sotto osservazione per un movimento ribassista che rischia di provocare una forte inversione di tendenza. Di contro grazie alla difficoltà dei Bitcoin a consolidarsi si è raggiunto un nuovo massimo storico. Eppure la situazione non è rosea come si potrebbe pensare dato che al momento rimangono soltanto 2 milioni di BTC da estrarre. Quello che controbilancia il meccanismo di adesione è il livello dell’hash rate di Bitcoin che in pratica si è mantenuto molto alto per tutto il 2022 con la moneta che ha raggiunto il suo massimo storico di 28.587 miliardi grazie proprio alla difficoltà di mining del network che ora potrebbe mostrare in una fase calante il suo rapporto di minoranza.

La difficoltà di mining è strettamente collegata con la potenza di calcolo per minare i blocchi dei Bitcoin

In una fase così delicata come questa bisogna capire che l’attuale difficoltà di mining ha un nesso molto forte con la potenza di calcolo necessaria per minare e dunque estrarre i blocchi di Bitcoin. Per questo motivo per favorire quest’attività è praticamente necessario un hash rate stimato di 201,84 EH/s. Ecco perché gli analisti osservano con molta attenzione l’andamento dei BTC che ora potrebbero essere messi all’angolo non appena l’hash rate inizia a calare. Nelle ultime sessioni è rimasto sempre su livelli altissimi e questo ha contribuito a favorire una tesi rialzista ma la potenza di calcolo potrebbe essere ridimensionata se non si trova una soluzione ad ampio raggio.

Raggiungendo in data 13 febbraio l’attuale massimo storico di 248,11 EH/s, l’hash rate dei BTC si è attestato come uno strumento di rivalsa contro le stime relative al rallentamento dei miner nella loro attività produttiva. Questa crescita di consensi avrà però un limite che metterà a dura prova la stabilità della moneta. Diciamo che siamo in una fase complicata laddove una battuta d’arresto può avere delle conseguenze più rumorose per effetto dei venti di guerra ma anche delle decisioni macroeconomiche stabilite dalla Fed.

In tal senso l’hash rate si sta attestando come una forza per i BTC, soprattutto se guardiamo al suo percorso negli ultimi 3 anni. Tenendo bene a mente che un’ hash rate più elevato garantisce sempre una maggiore resilienza contro gli attacchi e dunque contrastando la capacità da parte di un individuo di annullare le transazioni di BTC sulla blockchain. Per questo è necessario che sia sempre elevato rispetto alle stime degli analisti. Il problema è legato a quello che è successo il 4 marzo, quando si è palesata la difficoltà di mining che ha registrato un leggero calo, da 27.967 a 27.550 miliardi, con un ulteriore declino a 27.453 miliardi il 18 marzo.

E’ chiaro che con soli 2 milioni di Bitcoin rimasti da estrarre si sta parlando di un limite che non può essere aggirato. Per questa ragione si sta studiando una strategia per commisurare l’hash rate alle effettive possibilità del sistema in modo da non creare nessuno squilibrio tra le parti e favorire sempre un investimento senza particolari rischi sul campo. Ciò è possibile se si inizia a considerare l’hash rate come una fonte preziosa per l’andamento dei BTC nella loro fase di estrazione dei blocchi.

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